Il gesto infame: lo strappo di una bandiera

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Il gesto infame dello strappare una bandiera, del camminarci sopra, dello sputarci e del bruciarla è, dei dileggi, il peggiore che possa esserci per un Paese che subisce questa offesa. È una offesa alle coscienze e alla storia, all’identità di quel Paese e alla Memoria di quanti, per quella bandiera, hanno versato del sangue e dato la vita.
Immaginiamo il nostro Tricolore, simbolo del Risorgimento italiano, di quelle trincee che nella prima guerra mondiale hanno difeso il suolo patrio, quel bianco, rosso e verde riconquistato con fatica e con orgoglio alla caduta del nazifascismo e di una monarchia traditrice e che ora sventola in giro per il mondo nei compound dei corpi di pace italiani fiero ed orgoglioso, bandiera vittima anch’essa del terrorismo, come avvenuto a Nassirya, quando un attentato islamista dilaniò nel sangue i corpi dei nostri Carabinieri e le anime dei loro familiari e commilitoni.
La folla di invasati, accecati e drogati dall’odio che si è riversata nelle strade di Roma nel pomeriggio di sabato 28 ottobre e ha voluto, con un gesto vigliacco e violento strappare la bandiera di Israele, ha virtualmente ucciso e massacrato di nuovo i 1.400 ebrei vittime dell’attacco di Hamas il 7 ottobre. Con un gesto così “innocuo” fisicamente ma così violento nella sua essenza ha calpestato la dignità degli oltre 200 ostaggi in mano ai folli terroristi. La bandiera che rappresenta quel bimbo di nove mesi in mano ai rapitori, gli altri bambini, le ragazze e le donne stuprate, gli anziani in mano alle belve, tutti offesi e vilipesi da un gesto così assurdo, tra insulti, epiteti ed urla di ogni genere, ma non di certo umane.
E nel mentre la soddisfazione del bullo di Ankara, dei satrapi di Tehran, dello psicopatico dagli occhi di ghiaccio di Mosca, della cupola mafiosa ed assassina di Doha. Sono loro, il network del terrore, del disprezzo verso le democrazie, coloro che vogliono rovesciare l’ordine liberale occidentale a fregarsi le mani in questo momento ed a gioire di queste masse di lobotomizzati dal rancore e da vecchi schemi che non esistono più, che con il loro finto “pacifismo” o in nome di una causa che non può e non deve essere rappresentata da Hamas. Le manifestazioni in occidente fanno il gioco dei tiranni. Disordine, caos, virulenza, odio sparso a piena voce e con scritte oltraggiose ed aberranti, prodromi di chissà quali e quante altre violenze.
E’ questo il risultato al quale aspirano i fautori del terrore, la confusione nelle nostre anime e nelle nostre coscienze e su questo soffiano con una campagna che, con questa scientificità, non ha precedenti. Genocidio, pulizia etnica, apartheid ed in un’ultima analisi “fine dell’occupazione di Gaza”. Nella disinformazione totale abbiamo letto ed ascoltato anche queste accuse rivolte ad Israele, vittima dei massacri del 7 ottobre.
Gaza non è occupata da nessun israeliano e da nessun insediamento ebraico dal 2005, anno in cui Hamas vinse le elezioni che si tennero li e che permise ai suoi membri di assassinare deliberatamente ì membri dell’Autorità Nazionale Palestinese, passati per le armi e scaraventati dai piani alti dei palazzi della città per prendere il potere assoluto un anno dopo, nel 2006.
Apartheid di chi? in Israele alla Knesset siede un partito arabo che rappresenta le istanze dell’oltre milione e mezzo di arabi israeliani, che vivono gomito a gomito con gli israeliani, con lo stesso passaporto e nazionalità degli israeliani.
Genocidio, quando e dove? in Israele entrano quotidianamente a lavorare migliaia e migliaia di lavoratori palestinesi, vi entrano dalle città della Cisgiordania e vi entravano, fino al 6 ottobre scorso, da Gaza, giorno precedente alla mattanza dei nazi islamisti di Hamas.
E vi entrano, giustamente, i tanti malati che vanno a curarsi negli ospedali di Israele da Ramallah, da Nablus, finanche da Jenin, enclave del terrore come è Gaza. E questa sarebbe la “pulizia etnica”?
In queste ore, di pulizia morale ed etica ve ne sarebbe un estremo bisogno, ma nelle menti e nei cuori di chi va a manifestare il proprio odio strappando bandiere e con esse il cuore di chi soffre, tanto tra gli israeliani, uccisi e rapiti, tanto tra quel 76% di palestinesi contrari ad Hamas, così recita un sondaggio del Foreign Affairs pubblicato ieri (sabato 29 ottobre ndr) dal Corsera, silenti e ridotti a scudi umani dai terroristi al potere nella striscia di Gaza.
Palestina si libera, ma da Hamas!




Recital per pianoforte e fisarmonica all’inaugurazione di “Insieme nel segno della musica” al Ridotto del Mancinelli

Torna a risuonare il Ridotto del Teatro Mancinelli di Orvieto, tempio cittadino della grande musica e dei virtuosi interpreti, con il prossimo avvio di “INSIEME – Nel Segno della Musica”. Scuola Comunale di Musica di Orvieto “Adriano Casasole”, Unitre Orvieto e ISAO (che ha scelto di ridare energia alla propria gloriosa e storica tradizione musicale) presentano l’idea condivisa di una Stagione di Concerti, sotto la direzione artistica del M° Riccardo Cambri, che accompagnerà gli amanti della musica da ottobre 2023 a maggio 2024; fondamentali e distintivi la sinergia e il sostegno del Comune di Orvieto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L’ambizioso progetto è reso possibile dalla lungimiranza della Scuola Comunale e dell’Unitre che, insieme al prezioso apporto di Lions Club Orvieto e Rotary Club Orvieto, hanno acquistato e posizionato nel Ridotto, lo scorso anno, un pregevole pianoforte a coda.

“INSIEME – Nel Segno della Musica” parte domenica 29 ottobre 2023, alle ore 17, con il primo evento in programma al Ridotto del Teatro Mancinelli: RÉCITAL DI PIANOFORTE E FISARMONICA solista il M° Riccardo Cambri, con la partecipazione del M° Chin-Hsiang Hsu e di Olga Tarlev. Il M° Cambri, reduce dall’entusiasmante successo artistico di “Quanta luce nel mondo”, colto in coppia con l’attore Giulio Scarpati (organizzato dall’Opera del Duomo di Orvieto all’interno della Cappella di San Brizio per i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli), si esibirà al pianoforte e – vera e propria rarità – alla fisarmonica, lo strumento col quale si avvicinò alla musica in tenerissima età e che coltivò con intensa passione. Il repertorio andrà da Beethoven a Debussy, da Brahms a Piazzolla e Bacalov; in alcuni brani sarà accompagnato dalle pianiste Chin-Hsiang Hsu e Olga Tarlev, fra le migliori allieve della sua lunga attività didattica presso la Scuola Comunale di Orvieto. Il concerto sarà impreziosito da una deliziosa sorpresa che emozionerà gli appassionati della storia e dei personaggi orvietani: Riccardo Cambri suonerà per la prima volta in pubblico la pregiata fisarmonica Scandalli appartenuta al signor Reno Montanucci (indimenticabile imprenditore e uomo di cultura orvietano), che gli eredi hanno donato alla Scuola di Musica ed affidato alla cura del M° Cambri.

Date le dimensioni del Ridotto del Mancinelli, i posti saranno limitati: info e prenotazioni www.musicaorvieto.it.

ENGLISH VERSION

PIANO AND ACCORDION RECITAL AT THE INAUGURATION OF “TOGETHER IN THE NAME OF MUSIC” AT THE MANCINELLI THEATER’S FOYER

The Ridotto of the Mancinelli Theater in Orvieto, the city’s temple of great music and virtuoso performers, will once again come alive with the upcoming launch of “TOGETHER – In the Name of Music.” The Orvieto Municipal School of Music “Adriano Casasole,” Unitre Orvieto, and ISAO (which has chosen to revive its glorious and historic musical tradition) present the shared idea of a Concert Season, under the artistic direction of Maestro Riccardo Cambri, which will accompany music lovers from October 2023 to May 2024. The essential and distinctive elements are the synergy and support from the Municipality of Orvieto and the Cassa di Risparmio di Orvieto Foundation.

This ambitious project has been made possible through the foresight of the Municipal School and Unitre, who, along with the valuable contributions from the Lions Club Orvieto and Rotary Club Orvieto, acquired and placed a fine grand piano in the Ridotto last year.

“TOGETHER – In the Name of Music” begins on Sunday, October 29, 2023, at 5:00 PM with the first event scheduled in the Mancinelli Theater’s Ridotto: a PIANO AND ACCORDION RECITAL by Maestro Riccardo Cambri, with the participation of Maestro Chin-Hsiang Hsu and Olga Tarlev. Maestro Cambri, fresh from the artistic success of “Quanta luce nel mondo,” where he collaborated with actor Giulio Scarpati (organized by the Opera del Duomo di Orvieto within the Cappella di San Brizio for the 500th anniversary of Luca Signorelli’s death), will perform on the piano and, in a rare treat, on the accordion—an instrument he embraced from a very young age and cultivated with intense passion.

The repertoire will span from Beethoven to Debussy, from Brahms to Piazzolla and Bacalov; in some pieces, he will be accompanied by the pianists Chin-Hsiang Hsu and Olga Tarlev, who are among the best students of his long teaching career at the Orvieto Municipal School of Music. The concert will be enriched by a delightful surprise that will move enthusiasts of Orvieto’s history and figures: Riccardo Cambri will play for the first time in public the valuable Scandalli accordion that belonged to Mr. Reno Montanucci (a memorable Orvietan entrepreneur and man of culture), which the heirs have donated to the School of Music and entrusted to Maestro Cambri’s care.

Due to the size of the Ridotto at the Mancinelli, seating will be limited. For information and reservations, visit www.musicaorvieto.it.




“Pasolini un caso mai chiuso”, l’ex-generale dei Carabinieri Cornacchia rivela “i servizi hanno tenuto un dossier per lungo tempo”

I servizi segreti hanno tenuto per lungo tempo un dossier su Pier Paolo Pasolini, la cui figura e le cui relazioni erano collegate ai livelli più importanti dell’Italia dell’epoca, in ambienti disparati dall’economia, alla politica”. Lo ha affermato l’ex generale dei carabinieri Antonio Cornacchia, colui che intervenne all’idroscalo di Ostia la notte dell’omicidio dello scrittore il due novembre del 1975, prendendo a sorpresa la parola all’incontro di sabato ad Orvieto organizzato dal club Amici della Stampa insieme ad Unitre con l’avvocato Stefano Maccioni che si sta battendo in sede legale affinchè venga riaperto il caso sull’omicidio.

Al termine della presentazione del libro di Maccioni “Pasolini un caso mai chiuso” nel corso della quale il

L’ex-generale dei Carabinieri Antonio Cornacchia

penalista è stato intervistato dalla studiosa di Pasolini Rosella Lisoni, il generale Cornacchia ha affermato:”Credo che sia difficile giungere ad una verità per via giudiziaria sul caso Pasolini che può essere compreso a pieno solo inserendolo nel clima politico degli anni Settanta”. Cornacchia alias Airone 1, è stato forse il poliziotto italiano più famoso della seconda metà degli anni Settanta: fu lui ad arrestare Renato Vallanzasca e ad aprire per primo il bagagliaio di una Renault 4 in via Caetani, trovando il corpo di Aldo Moro o a scoprire i covi delle Br e dell’Anonima Sarda. “Airone 1 è il nome urlato ogni giorno in una radiolina di un’alfetta bianca, direttamente dal cuore dei ’70 dei massacri e delle stragi, delle connivenze e degli spari, di Moro e di Pecorelli, di Dalla Chiesa e della Magliana, di Paul Getty e di Cossiga, delle commissioni parlamentari e dei governi balneari, del compromesso e dei servizi segreti” scrive civonline.

L’incontro di Orvieto, presentato da Claudio Lattanzi del club Amici della Stampa, ha visto anche la lettura di brani di Pasolini da parte dell’attore e regista Pietro Benedetti, di Alberto Romizi e della docente Anna Maria Fausto. Parole di apprezzamento per l’iniziativa sono venute dal presidente del Consiglio comunale Umberto Garbini.

Stefano Maccioni ha ricostruito con dovizia dei particolari i tanti misteri legati al massacro del grande intellettuale, anche mostrando sullo schermo della sala comunale dove si è svolto l’incontro immagini dei reperti raccolti dagli inquirenti sul luogo del delitto.

Il delitto Pasolini è uno dei grandi misteri della storia italiana perchè molto probabilmente collegato ad altre trame oscure che attendono ancora di essere svelate dalle inchieste giudiziarie. Per l’omicidio venne condannato, come è noto, Pino Pelosi, ma il sospetto che ci fossero altre persone sul luogo del delitto è sempre stato fortissimo e lo stesso Pelosi, ospite di una trasmissione televisiva nel 2005, dichiarò che c’erano altre persone e che lui era stato solo un semplice spettatore di quel massacro. Il fatto del resto che il delitto lo abbiano commesso altre persone era emerso in maniera evidente fin dal primo momento come aveva sostenuto lo stesso tribunale di Roma e come l’avvocato riporta nelle primissime pagine del suo libro. “Le indagini sono state gestire nella direzione di rafforzare l’interpretazione del delitto come un delitto maturato nell’ambiente omosessuale – ha detto con chiarezza Maccioni – l’esecutore dell’omicidio non è stato Pelosi“.

L’avvocato Maccioni, insieme con il regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti, ha chiesto la riapertura del caso perché è stato adesso dimostrato che sul luogo del delitto c’erano altre tre persone come dimostrano i dna rivenuti dai Ris ed alcune fotografie.

La riapertura del caso Pasolini era già avvenuta nel 2010 su richiesta dell’allora ministro di Grazie e giustizia Alfano dopo le dichiarazioni del senatore Marcello dell’Utri il quale aveva dichiarato di aver scoperto una delle parti mancanti del romanzo incompiuto di Pasolini “Petrolio” che mettevano in relazione l’altra morte misteriose del presidente dell’Eni Enrico Mattei con sospette responsabilità da parte del suo successore Eugenio Cefis. Far tacere una voce scomoda che aveva molto da dire sugli intrecci tra politica, affari, malavita organizzata, facendo passare quella morte come un episodio legato ad una storia sessuale. Questa la chiave di lettura del caso Pasolini.

 

ENGLISH VERSION

“PASOLINI, A CASE NEVER CLOSED” FORMER CARABINIERI GENRAL CORNACCHIA REVEALS “INTELLIGENCE AGENCIES HELD A DOSSIER FOR A LONG TIME”

The intelligence services held a dossier on Pier Paolo Pasolini for an extended period. His figure and his relationships were connected to the highest levels of Italy at that time, spanning various environments from the economy to politics. This revelation came from former Carabinieri general Antonio Cornacchia, who intervened at the Ostia seaplane base on the night of the writer’s murder on November 2, 1975. He made this surprise statement during a meeting in Orvieto organized by the Club Amici della Stampa and Unitre, alongside lawyer Stefano Maccioni, who is pushing for the case to be reopened.

At the end of the presentation of Maccioni’s book, “Pasolini: A Case That Was Never Closed,” in which the lawyer was interviewed by Pasolini scholar Rosella Lisoni, General Cornacchia stated, “I believe that it is difficult to arrive at a judicial truth regarding the Pasolini case. It can only be fully understood by placing it within the political climate of the 1970s.”

Cornacchia, known as “Airone 1,” was perhaps the most famous Italian police officer of the late 1970s. He arrested Renato Vallanzasca, was the first to open the trunk of a Renault 4 on Via Caetani, finding Aldo Moro’s body, and discovered the hideouts of the Red Brigades and the Anonima Sarda.

The meeting in Orvieto, presented by Claudio Lattanzi of the Club Amici della Stampa, also included readings of Pasolini’s works by actor and director Pietro Benedetti, Alberto Romizi, and professor Anna Maria Fausto. The President of the City Council, Umberto Garbini, expressed his appreciation for the initiative.

Stefano Maccioni meticulously reconstructed the many mysteries surrounding the murder of the great intellectual, even displaying images of evidence collected by investigators at the crime scene on the municipal hall’s screen where the meeting took place. Pasolini’s murder remains one of the great mysteries in Italian history, most likely linked to other obscure plots that still await discovery through legal investigations. Pino Pelosi was convicted for the murder, as is well known, but the suspicion that others were present at the crime scene has always been strong. In fact, Pelosi himself, during a television program in 2005, declared that there were other people, and he was merely a spectator of the massacre. The fact that others committed the murder was evident from the beginning, as the Rome court itself maintained and as the lawyer reports in the very first pages of his book. “The investigations were directed to strengthen the interpretation of the crime as one that had its roots in the homosexual environment. The perpetrator of the murder was not Pelosi,” Maccioni stated clearly.

Lawyer Maccioni, along with director David Grieco and screenwriter Giovanni Giovannetti, requested the reopening of the case because it has now been proven that three other individuals were at the crime scene, as evidenced by DNA found by the Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche, the Italian Carabinieri’s forensic unit) and some photographs. The reopening of the Pasolini case already occurred in 2010 at the request of the then-Minister of Grace and Justice, Angelino Alfano, following statements by Senator Marcello dell’Utri. He claimed to have discovered one of the missing parts of Pasolini’s unfinished novel, “Petrolio,” which linked the other mysterious death of Eni’s president, Enrico Mattei, to suspected responsibilities of his successor, Eugenio Cefis. The aim was to silence an inconvenient voice that had much to say about the connections between politics, business, organized crime, and portray that death as an episode related to a sexual story. This is the key to understanding the Pasolini case.




Dopo il blitz di Garbini-Ceci, il coordinatore provinciale di FdI vuole prima dialogare con Tardani

Il blitz dei rappresentanti locali di Fratelli d’Italia Carlo Ceci e Umberto Garbini, ha aperto un dibattito ampio all’interno del partito sia in regione che nella Provincia di Terni. Ha anche, di fatto accelerato le scelte degli altri partiti della maggioranza. Anche Forza Italia ha infatti, abbandonato ogni indugio confermando il proprio appoggio a Roberta Tardani.

C’è ora una nuova puntata della sfida interna a Fratelli d’Italia. Dopo Prisco che aveva di fatto rimandato la patata bollente agli organi provinciali, come da statuto, ora il coordinatore ternano Paolo Alunni Pistoli ha cercato di tirare il freno a mano, ma potrebbe essere tardi. “Nessuna fuga in avanti, né decisioni irrevocabili ma confronto interno ed esterno per parlare di prospettive, punti di forza e criticità al fine di individuare la soluzione migliore da offrire ai cittadini di Orvieto. Approfondimenti questi, che il Coordinamento Provinciale già nelle prossime settimane attiverà sia con il sindaco in carica, Roberta Tardani, che, con il circolo territoriale di Orvieto di Fratelli d’Italia, al fine di individuare una proposta da portare al tavolo della coalizione che sia il più possibile condivisa e soprattutto vincente”.

La tensione rimane piuttosto alta anche perché i rappresentanti locali non sembra vogliano recedere dalla loro scelta che ha messo un po’ con le spalle al muro il partito che ora dovrebbe prendersi la responsabilità di sconfessarli, dopo cinque anni di governo in situazione obiettivamente difficile perché fuori dalla giunta comunale, e assumere una decisione in “stile Terni” cioè non ascoltando le istanze locali per non rompere l’alleanza senza però, provare a cercare un punto di caduta con gli altri partiti del centro-destra incontrando la candidata scelta dai rappresentanti locali e i responsabili dei partiti dell’attuale maggioranza.

ENGLISH VERSION

AFTER THE SURPRISE MOVE BY GARBINI-CECI, THE PROVINCIAL COORDINATOR OF FDI WANTS TO INITIATE A DIALOGUE WITH TARDANI

The blitz by local representatives of Fratelli d’Italia, Carlo Ceci and Umberto Garbini, has sparked a broad debate within the party, both in the region and in the province of Terni. In fact, it has expedited the decisions of other parties within the majority coalition. Even Forza Italia, without delay, confirmed their support for Roberta Tardani. A new episode in the internal challenge within Fratelli d’Italia is now unfolding. After Prisco, who essentially passed the hot potato to the provincial organs as per the party’s statute, the Terni coordinator, Paolo Alunni Pistoli, has attempted to apply the brakes, but it might be too late.

“No rush, no irreversible decisions, but internal and external discussions to talk about prospects, strengths, and challenges to identify the best solution to offer to the citizens of Orvieto. These insights will be activated by the Provincial Coordination in the coming weeks with the incumbent mayor, Roberta Tardani, as well as with the local Fratelli d’Italia branch in Orvieto, to identify a proposal to bring to the coalition table that is as widely shared and, above all, successful as possible,” Paolo Alunni Pistoli stated.

Tensions remain high, especially because the local representatives do not appear to want to backtrack from their decision, which has somewhat cornered the party. The party now faces the responsibility of disavowing them after five years of governing in a challenging situation as they are not part of the municipal government. They must make a decision “Terni-style,” meaning they don’t listen to local demands to avoid breaking the alliance. However, they should also try to find common ground with other center-right parties by meeting with the candidate chosen by the local representatives and the leaders of the current majority parties.




Forza Italia, avanti con Roberta Tardani anche dopo giugno 2024

L’amministrazione Tardani, in cui Forza Italia ha giocato un ruolo chiave attraverso il nostro assessore Piergiorgio Pizzo ed il capogruppo Andrea Oreto, in questi anni ha svolto un lavoro significativo per Orvieto il quale è stato riconosciuto da tutti gli osservatori. È stata rilanciata l’immagine della città, il turismo e il ruolo di questo territorio che è tornato protagonista nel panorama regionale.

Pertanto, Forza Italia ribadisce la sua piena fiducia nel sindaco uscente e si impegna a collaborare con altre forze del centro-destra, nonché con le civiche, per rafforzare ulteriormente la coalizione intorno alla figura di Roberta Tardani.