Roberta: divisiva o civica?

Di solito quando si apre la campagna elettorale, come sta accadendo qui da noi ad Orvieto, non si fa che parlare di candidati, alleanze e programmi. Insomma tutto e tutti proiettati in avanti senza risparmiarsi. Questa frenesia non mi appassiona particolarmente fosse anche perché troppo aderente alle necessarie strategie del consenso. Al piano terra di Piazza del popolo siamo soliti guardare a questi riti con più distacco in attesa di poter intravedere magari qualcuno o meglio ancora qualcosa degno di nota. Mi appassiona invece molto di più riannodare quei fili che hanno reso possibile il presente politico e che inevitabilmente devono essere ripresi in seria considerazione per le necessarie valutazioni sul futuro della nostra amata Orvieto.

E allora per un attimo abbandoniamo il futuro e il presente, spostiamo idealmente indietro le lancette del tempo e torniamo al febbraio 2019. Germani, sindaco uscente, con non pochi mal di pancia nella sua coalizione, si ricandidava, mentre nel centrodestra? La questione lì non era semplice: Forza Italia era spaccata tra Meffi e Tardani, la base di Lega e Fratelli d’Italia mal digerivano la candidata Tardani che nel frattempo si era già spinta in avanti con una sua lista civica, ponendosi così apparentemente fuori dal perimetro dei partiti, per rappresentare il candidato unitario e unificante del centro destra. In quel momento però c’era già una candidatura realmente civica. Quella di Andrea Mazza, stimato primario e orvietano di adozione, pronto a spendersi per guidare una coalizione alternativa a quella di Germani. Poi però qualche strano cortocircuito politico ha fatto sfumare il tutto, Mazza si è misteriosamente sciolto come neve al sole e Roberta Tardani, nonostante a livello regionale Catia Polidori non la sostenesse, fu individuata come la candidata civica e vincente.

Mi sono dilungato nella ricostruzione ma non è tutto. Qualche ora prima che ciò accadesse, qualcuno, nel backstage della politica orvietana, aveva già allora fatto presente a Roma che quella candidata, seppur vincente, di civico avrebbe avuto ben poco e che il tratto distintivo del politico Tardani non era certo l’unità, quanto invece quello divisivo e che questo aspetto avrebbe pesato non poco sul valore del futuro governo cittadino. Insomma qualcuno guardò un po’ più in là del naso, considerando che la vittoria non sarebbe dipesa dal candidato vista la crisi endemica del centrosinistra regionale e orvietano, mentre la tenuta e il tenore del governo della città quelli sì che sarebbero dipesi dal candidato. Quindi meglio puntare ad un profilo realmente civico e capace di unire le forze verso obiettivi e azioni di governo qualificanti.

Così a cinque anni di distanza nel centrodestra orvietano e non solo, è ora chiaro come il sole come la cifra politica della sindaca uscente Tardani sia stata improntata ad un tattico e sconsolato divide et impera e soprattutto come non vi sia stata alcuna visione strategica. Insomma come si dice: molta ambizione e pochi contenuti. Lo sanno bene tutti quelli che, trascinati dall’iniziale entusiasmo, hanno toccato con mano l’esercizio di un potere sterile perché alimentato da un esuberante protagonismo e clamorosamente assente dai veri nodi politici che riguardano Orvieto: ospedale, discarica, caserma e via discorrendo. Per il resto invece è tutto un tripudio di concertini, parate storiche e non, sagre più o meno stellate happening da apericena con l’immancabile visibilità social. Una politica dell’apparire, un brindisi infinito proteso chissà dove?! Anche nei piani alti nella politica regionale qualcuno se n’è accorto così la Tardani divisiva ha perso il grip e anche le ipotesi di promozione sono via via sfumate, lasciando la sindaca intrappolata nella sua “vetrina dorata” magari concepita ad arte per traguardi politici ben più ambiziosi e adeguati.

L’incedere divisivo della sindaca Tardani nel migliore dei casi ha umiliato le componenti politiche della sua stessa maggioranza, mentre nel peggiore le ha letteralmente appiattite svuotandole di ogni contenuto. Così lo schianto era inevitabile con un colpo di frusta di cui già si intravedono i primi scomposti effetti. Orvieto 2025 capitale della cultura doveva essere la proclamazione e l’ennesimo pugno in faccia ai partiti di coalizione che andavano zittiti con la forza dei “successi” di una delega, quella turistica, gelosamente trattenuta e brandita in prima persona dalla sindaca in carriera. In politica però non vincono sempre e solo proclami e slogan su cui surfare saltando da un’onda all’altra e lasciando ad altri l’onere del fare. Ogni tanto in politica si è chiamati a saltare un giro e a testimoniare quanto si proclama traducendo le parole in azioni e soprattutto risultati tangibili.

Oggi, ironia della sorte toccata alla sindaca Tardani, c’è tra i candidati un’altra Roberta e così a quella divisiva si aggiunge una Roberta civica, non più Tardani bensì Palazzetti. A quest’ultima il mio ben tornata, ricordando ad entrambe invece che Orvieto non ha più tempo e risorse da investire in fantomatici Progetti. Orvieto ha un disperato bisogno del fare. Cosa? La differenza, ma di questo ne riparliamo.

ENGLISH VERSION

Roberta: divisive or civic?

Usually, when the election campaign begins, as it is happening here in Orvieto, all people talk about are candidates, alliances, and programs. Everything and everyone is projected forward without holding back. I’m not particularly thrilled about this frenzy, perhaps because it aligns too closely with the necessary strategies for garnering consensus. On the ground floor of Piazza del Popolo, we usually observe these rituals with more detachment, waiting to glimpse someone or, even better, something noteworthy. What truly fascinates me is reconnecting the threads that made the current political landscape possible, and these threads inevitably need to be taken into serious consideration when assessing the future of our beloved Orvieto.

So, for a moment, let’s set aside the future and the present, ideally shift back the hands of time to February 2019. Germani, the incumbent mayor, was running for re-election with some unease within his coalition. In the center-right camp, things were more complicated. Forza Italia was divided between Meffi and Tardani, the Lega and Fratelli d’Italia’s base didn’t seem to like Tardani, who had already launched her own civic list, seemingly positioning herself outside the party framework to represent a unifying center-right candidate. However, at that time, there was already a genuinely civic candidate, Andrea Mazza, a respected physician and an adoptive Orvietan, ready to lead an alternative coalition to Germani’s. Then, for some strange political short-circuit, everything fell apart. Mazza mysteriously disappeared, and Roberta Tardani, despite not having the support of Catia Polidori at the regional level, emerged as the civic and victorious candidate.

I’ve gone into detail with this reconstruction, but there’s more to it. Some hours before this happened, in the backstage of Orvieto’s political scene, someone had already noted to Rome that this civic candidate, despite winning, would have very little that was truly civic about her. They recognized that Tardani’s political trademark wasn’t unity but divisiveness, and this aspect would heavily affect the quality of the city’s future government. So, it was better to aim for a truly civic profile capable of uniting forces toward defining governance goals and actions.

Now, five years later, it is clear in the Orvieto and broader center-right context that Tardani’s political style has been divisive and that there was no strategic vision. The predominant characteristics are ambition with few contents, as proven by those who, driven by initial enthusiasm, got a taste of a sterile exercise of power. They realized that Orvieto’s hospital, landfill, barracks, and other crucial issues were absent from her political focus. Meanwhile, the rest of the political stage saw a plethora of concerts, historical parades, starred food festivals, and never-ending aperitivo events, with mandatory social visibility. It’s a politics of appearance and an endless toast aimed somewhere unknown. Even in higher regional politics, someone noticed, and Tardani’s divisive approach lost its grip. As a result, her chances for promotion faded, leaving her trapped in her golden showcase, perhaps meticulously designed for more ambitious and suitable political achievements.

In the best-case scenario, Tardani’s divisive course humiliated the political components of her own majority, while, in the worst case, it flattened them of any content. So, the crash was inevitable, and its effects are already visible. Orvieto 2025, the capital of culture, was supposed to be the proclamation and another blow to coalition parties, which were meant to be silenced by the “successes” of a delegation, the tourism one, jealously held and wielded personally by the career-driven mayor. However, in politics, it’s not only slogans and proclamations that lead to victory. Every now and then, politicians are called to back their words with actions and, more importantly, tangible results.

Today, in a twist of fate, we have another Roberta among the candidates. So, the divisive Roberta is joined by a civic Roberta, no longer Tardani but Palazzetti. To the latter, I say welcome back. To both, I remind them that Orvieto doesn’t have more time and resources to invest in fanciful projects. Orvieto urgently needs action. What kind of action? The difference, but we can talk about that later.




Partono i lavori di ripavimentazione del centro storico, prima tappa via Loggia dei Mercanti

Al via i lavori di ripavimentazione dei selciati del centro storico di Orvieto. Il primo intervento riguarderà via Loggia dei Mercanti a partire da lunedì 23 ottobre e per ridurre al minimo i disagi alla circolazione il cantiere sarà suddiviso in due fasi/tratti.

La prima parte dell’intervento, dal 23 ottobre al 3 novembre 2023 interesserà il tratto dall’intersezione con via della Commenda a Piazza della Repubblica, il secondo tratto, dal 4 novembre al 1 dicembre 2023, il tratto dall’intersezione con Piazza Ranieri all’intersezione con via della Commenda.

Per consentire i lavori il Settore Polizia locale e Mobilità ha emanato un’ordinanza che prevede:

  • Dalle 9.00 di lunedì 23 ottobre 2023 fino alle 8.00 di sabato 4 novembre 2023 viene interrotta la circolazione veicolare e pedonale in via Loggia dei Mercantinel tratto compreso tra l’intersezione con via della Commenda e Piazza della Repubblica, per consentire i lavori di ripavimentazione del selciato
  • Durante tutto il periodo sopra indicato il senso unico di marcia del tratto di via Loggia dei Mercanti, direzione da Piazza Ranieri fino all’intersezione con via della Commenda, viene invertito nel senso opposto di marcia
  • Dalle 8.00 di sabato 4 novembre fino alle 8.00 sabato 2 dicembre 2023, viene interrotta la circolazione veicolare e pedonale in via Loggia dei Mercanti, nel tratto compreso tra Piazza Ranieri e l’intersezione con Via della Commenda, per consentire i lavori di ripavimentazione del selciato
  • Nel periodo dal 4 al 10 novembre 2023, viene interrotta la circolazione veicolare in via della Commenda per consentire i lavori di ripavimentazione del selciato nel tratto di intersezione
  • Durante tutto il periodo compreso tra il giorno 23/10/2023 e il giorno 01/12/2023, sarà consentito il transito a tutti i veicoli da Piazza dell’Erba a sinistra su Piazza della Repubblica per raggiungere le zone di Piazza Ascanio Vitozzi e Piazza del Popolo
  • Durante tutto il periodo di cui sopra tutte le linee del trasporto pubblico locale saranno autorizzate al transito in via Garibaldi, passando sotto l’arco del Palazzo Comunale per raggiungere il capolinea di Piazza della Repubblica, con uscita lungo via Filippeschi, via della Cava, Porta Maggiore.

Al fine di poter raggiungere la zona di Piazza della Repubblica e la zona di San Giovenale saranno indicati, attraverso apposita segnaletica, i seguenti percorsi alternativi:

  • Provenendo da Orvieto scalo dalla SS.71, all’altezza dell’intersezione con Strada delle Conce, deviazione a sinistra verso Piazza Cahen – via Roma;
  • Provenendo dalla Segheria attraverso la SS.71, all’altezza della rotatoria di Porta Maggiore, deviazione a sinistra verso Strada delle Conce – Piazza Cahen – Via Roma
  • Provenendo da Sferracavallo da via Adige, all’altezza dell’intersezione con Strada delle Conce, deviazione a sinistra in direzione Piazza Cahen – Via Roma

I lavori – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Piergiorgio Pizzo – rientrano nell’ambito della programmazione degli interventi di impermeabilizzazioni delle sedi stradali e del ripristino dei drenaggi e del consolidamento delle cavità della Rupe. Dopo via Loggia dei Mercanti, i cantieri più importanti riguarderanno successivamente via Albericivia Ghibellina e via Malabranca. Prosegue dunque il più grande piano di manutenzioni degli ultimi decenni che questa amministrazione comunale ha avviato sin dall’inizio del mandato e che ha interessato tutte le principali piazze e vie del centro storico, come Piazza Marconi, Piazza Cahen, Piazza Febei, Piazza XXIX Marzo e Piazza Angelo da Orvieto, via Postierla, via Soliana, via Cesare Nebbia e via delle Conce, ma anche tutte le situazioni più critiche nelle frazioni di Torre San Severo, Sugano, Canonica, Benano, Canale, Bardano, Corbara. Morrano e nei quartieri più popolosi quali Orvieto Scalo, Sferracavallo e ora Ciconia dove nei prossimi giorni inizieranno rilevanti opere di riqualificazione e messa in sicurezza della viabilità“.

 

ENGLISH VERSION

The Renovation of the Historic City Center Begins – First Stop: Loggia dei Mercanti Street

Traffic Flow Will Be Altered Until December 1st, the Expected Completion Date of the Works

Repaving Work Begins in Orvieto’s Historic Center, with the First Phase Focusing on Loggia dei Mercanti Street

The restoration of the historic cobblestone streets in Orvieto’s city center has commenced, with Loggia dei Mercanti Street as the initial target. The project is divided into two phases to minimize disruptions to traffic.

The first phase, scheduled from October 23rd to November 3rd, 2023, will involve the section of the street from the intersection with Via della Commenda to Piazza della Repubblica. The second phase, taking place from November 4th to December 1st, 2023, will focus on the section from the intersection with Piazza Ranieri to the intersection with Via della Commenda. To facilitate the construction work, the Local Police and Mobility Department has issued an ordinance with the following provisions:

  1. From 9:00 AM on Monday, October 23, 2023, until 8:00 AM on Saturday, November 4, 2023, vehicular and pedestrian traffic is suspended on Loggia dei Mercanti Street in the section between the intersection with Via della Commenda and Piazza della Repubblica to allow for the cobblestone repaving.
  2. Throughout this period, the one-way direction of Loggia dei Mercanti Street, from Piazza Ranieri to the intersection with Via della Commenda, will be reversed in the opposite direction.
  3. From 8:00 AM on Saturday, November 4, until 8:00 AM on Saturday, December 2, 2023, vehicular and pedestrian traffic is suspended on Loggia dei Mercanti Street in the section between Piazza Ranieri and the intersection with Via della Commenda for cobblestone repaving.
  4. Between November 4 and 10, 2023, vehicular traffic is suspended on Via della Commenda to facilitate cobblestone repaving at the intersection.
  5. During the entire period from October 23, 2023, to December 1, 2023, all vehicles are allowed to pass from Piazza dell’Erba to the left towards Piazza della Repubblica to reach the areas of Piazza Ascanio Vitozzi and Piazza del Popolo.
  6. During the same period, all local public transportation routes are authorized to pass through Via Garibaldi, passing under the arch of the Town Hall, to reach the terminus at Piazza della Repubblica, with exits along Via Filippeschi, Via della Cava, and Porta Maggiore.

In order to reach Piazza della Repubblica and the San Giovenale area, alternative routes will be indicated through appropriate signage:

  1. Coming from Orvieto Scalo via SS.71, at the intersection with Strada delle Conce, turn left towards Piazza Cahen – Via Roma.
  2. Coming from the Sawmill area via SS.71, at the Porta Maggiore roundabout, turn left towards Strada delle Conce – Piazza Cahen – Via Roma.
  3. Coming from Sferracavallo via Via Adige, at the intersection with Strada delle Conce, turn left towards Piazza Cahen – Via Roma.

Piergiorgio Pizzo, the Councilor for Public Works, explains, “The work is part of the road surface waterproofing program and involves the restoration of the drainage system and the reinforcement of the cavities within the cliff. After Loggia dei Mercanti Street, the most significant construction sites will subsequently address via Alberici, via Ghibellina, and via Malabranca. Thus, the city continues the most extensive maintenance plan of recent decades, which this municipal administration initiated from the beginning of its mandate. This plan has affected all major squares and streets in the city center, such as Piazza Marconi, Piazza Cahen, Piazza Febei, Piazza XXIX Marzo, and Piazza Angelo da Orvieto, as well as streets like Via Postierla, Via Soliana, Via Cesare Nebbia, and Via delle Conce. It has also addressed critical situations in the nearby districts of Torre San Severo, Sugano, Canonica, Benano, Canale, Bardano, Corbara, Morrano, and in the more populous neighborhoods like Orvieto Scalo, Sferracavallo, and now Ciconia. In the coming days, substantial work will begin to enhance and secure the roads in the Ciconia neighborhood.”




L’informazione drogata di Hamas

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A due settimane esatte dall’orrendo attacco terroristico di Hamas al cuore dello Stato di Israele, con il massacro di oltre 1400 tra soldati e civili inermi ed il rapimento di oltre 200 persone deportate a Gaza e nelle mani grondanti sangue innocente di spietati terroristi, un bilancio si può trarre sull’informazione e sulle conseguenze causate da essa.
Se nelle prime ore dall’azione proditoria e violenta l’indignazione ed il cordoglio sono stati unanimi, sono bastati pochi giorni a modificare la narrativa e a far spuntare come funghi i primi pseudo opinionisti che affollano l’etere, i social ed i media di qualsiasi tipo per sentirci propinare distinguo, tesi ambigue e pareri espressi con una impronta di malafede assoluta. Nel ribaltamento del racconto di questi professorini da strapazzo (poveri studenti e povere università italiane),finte ambasciatrici e inviate di una organizzazione ormai ridotta a farsa come l’Onu, la colpa è esclusivamente di Israele e delle sue politiche e non vi è spazio per altro ragionamento.
Fermo restando che Israele è l’unica democrazia di quell’aerea di mondo governata in altre nazioni da tiranni e corrotti e che solamente per questo motivo andrebbe difesa e tutelata a prescindere, a supporto di tesi aberranti e prive di obiettività e capacità di analisi arrivano le “truppe cammellate” (mai come in questo caso aggettivo fu più appropriato) di Al Jazeera, emittente del Qatar, nazione che foraggia Hamas e ne ospita e protegge in tranquille e lussuose dimore i suoi dirigenti e delle sue consorelle affini in occidente.
La fake news per eccellenza di questi ultimi giorni è la tragedia dell’ospedale di Gaza, colpito probabilmente dal fuoco amico di un razzo della Jhiad islamica partito proprio dalla striscia e caduto (accidentalmente?) sul nosocomio.
Dopo 5 minuti (cinque) dall’impatto il sottopancia dell’emittente araba recitava “Gaza-500 morti per missile israeliano all’ospedale”, facendo immediatamente da megafono di Hamas, come puntualmente avviene e drogando l’informazione al punto tale che gli stessi media occidentali sono caduti immediatamente nella trappola, senza fare verifiche e senza accertarsi delle fonti, come invece il codice deontologico giornalistico imporrebbe.
Tutto questo ha portato le piazze arabe ad infiammarsi con violenze ed attacchi alle sedi diplomatiche israeliane e alle manifestazioni pro Hamas in Europa ed in USA, sfociate in una pericolosa deriva antiebraica, come sabato a Milano dove il coro dei manifestanti, in arabo, recitava “Apriamo i confini ed uccidiamo gli ebrei”.
Nelle stesse ore la BBC, emittente inglese considerata maestra dell’informazione, era costretta a scusarsi per aver riportato la fake news dell’ospedale di Gaza mentre lo stesso ravvedimento non si vede in Italia, in testate e televisioni generaliste dove una in particolare, che non fa capo ne alla Rai ne a Mediaset, si sta distinguendo per faziosità e per squilibri in ogni talk proposto, con una sproporzione di “opinionisti” pro Hamas invitati costantemente e con scarso contraddittorio che fa pensare amaramente al degrado a cui siamo arrivati ed alla disinformazione che si fa e che rende il momento ancora più complicato.Dando delle attenuanti ad Hamas e giustificandone il terrorismo non si rende giustizia ne all’informazione, ne alla causa palestinese che questa banda di criminali pretende di rappresentare.
Ci aspettano giornate dure e momenti difficili, ancor più di quelli tremendi che abbiamo già vissuto e richiedere una informazione obiettiva e responsabile è un diritto per chi ne fruisce ed un dovere per i professionisti del settore. Agli organi preposti il compito di vigilare e agli editori quello di chiedere senso di responsabilità, obiettività ed accortezza ai propri direttori di testate, perché la posta in gioco, questa volta, è molto alta ed a  rischio sono la convivenza nelle nostre città e l’incolumità fisica di ogni cittadino.
Maneggiare con cura.

ENGLISH VERSION

The Hamas-Biased Information

Two weeks after the horrific terrorist attack by Hamas in the heart of the State of Israel, which resulted in the massacre of over 1,400 soldiers and unarmed civilians, as well as the abduction of more than 200 people taken to Gaza, it is possible to assess the impact of the information and its consequences.

In the initial hours following the treacherous and violent action, there was unanimous outrage and grief. However, within a few days, the narrative began to change, and pseudo-pundits started to emerge in the media, social networks, and various media outlets. They began offering distinctions, ambiguous theses, and opinions expressed with a clear sense of bad faith.

These armchair commentators, who seem to lack a solid educational background (poor students and poor Italian universities), phony ambassadors, and representatives of an organization that has become a farce, such as the United Nations, shifted the blame exclusively onto Israel and its policies, leaving no room for other perspectives.

While it should be emphasized that Israel is the only democracy in a region ruled by tyrants and corruption, and for this reason alone, it should be defended and protected, the support for aberrant and biased theses lacking objectivity and analytical capability comes from the “camel troops” (an adjective that has never been more fitting) of Al Jazeera, a Qatari broadcaster that funds Hamas and hosts and protects its leaders and affiliates in luxurious and tranquil residences in the West.

The ultimate fake news of these recent days is the tragedy at the Gaza hospital, struck probably by friendly fire from an Islamic Jihad rocket launched from the Gaza Strip, which fell (accidentally?) on the hospital.

Within five minutes of the impact, the Arabic broadcaster’s sub-title read, “Gaza – 500 killed by an Israeli missile at the hospital,” immediately amplifying Hamas’s propaganda. Western media outlets, without verification and without confirming sources as required by journalistic ethics, fell into the same trap.

All of this led to violent demonstrations and attacks on Israeli diplomatic missions in Arab cities and pro-Hamas rallies in Europe and the United States, culminating in a dangerous anti-Semitic trend, such as the incident in Milan where the demonstrators chanted in Arabic, “Open the borders and kill the Jews.”

During the same hours, the BBC, considered a master of journalism, was forced to apologize for reporting the Gaza hospital fake news. However, a similar apology is yet to be seen in Italy, particularly in general news outlets and television stations. One station, not affiliated with either Rai or Mediaset, stands out for its bias and imbalance in its talk shows, with a disproportionate number of pro-Hamas commentators who are constantly invited with little counterbalance. This situation sadly reflects the degradation we have reached, and the disinformation during these times has made the situation even more complicated.

By giving Hamas leniency and justifying its terrorism, justice is not served to either the cause of information or the Palestinian cause that this band of criminals claims to represent.

We are facing challenging days and difficult moments, even more so than the terrible ones we have already experienced. Demanding objective and responsible reporting is a right for those who consume it and a duty for professionals in the field. The relevant authorities have the task of overseeing this, and the publishers have the responsibility to demand a sense of responsibility, objectivity, and caution from their editorial directors. The stakes are high this time, and the coexistence in our cities and the physical safety of every citizen are at risk. Handle with care.




Arriva il via libera alle pale eoliche del progetto Phobos, ambientalisti al fianco di chi protesta

Lettera aperta a molte istituzioni sul provvedimento favorevole al progetto eolico PHOBOS

È stato pubblicato il provvedimento relativo al progetto eolico PHOBOS (7 pale da 200 m nei Comuni di Castel Giorgio e Orvieto e nuova stazione elettrica estesa 5 ha a Castel Giorgio, a confine con Bolsena e Acquapendente). Si tratta di un provvedimento con motivazioni indecorose e strumentali, che purtroppo potranno fare da apripista ai procedimenti di VIA in corso presso il MASE di molti progetti della Tuscia (previste al momento oltre 200 megapale talora di altezza intorno ai 250 m!), cui si sommeranno altri impianti eolici di competenza regionale e migliaia di ettari di impianti fotovoltaici e agrivoltaici. Verranno stravolti i progetti e le attività improntate alla salvaguardia e valorizzazione dei territori rurali e dei piccoli borghi della incontaminata Tuscia, ove una rivista prestigiosa come FORBES era giunta addirittura ad inserire Bolsena tra le 10 città piccole più belle d’Europa.

Chi “ringraziare” per questi atti impuri? L’ex Presidente Mario DRAGHI che ha adottato a suo tempo norme liberiste più che liberali per facilitare le “rinnovabili” ad ogni costo, dovendo ubbidire ai potentati europei e tedeschi in particolare; La Presidente Ursula Von der Leyen che non manca quotidianamente di sollecitare i nostri governi a realizzare rinnovabili ad ogni costo, mentre la sua Germania continua ad avere il primato delle emissioni di CO2 in Europa per il funzionamento e la riapertura delle centrali a carbone; La Presidente Giorgia Meloni ed il Consiglio dei Ministri che hanno partorito il provvedimento su PHOBOS, interpretando le poche norme a tutela del paesaggio e dell’ambiente secondo quanto sostenuto dalle ditte proponenti i progetti piuttosto che in armonia con le leggi dello Stato; Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che, per affrontare il tema riguardante una fetta minimale del fabbisogno energetico nazionale, sta dando attuazione ad una strategia basata su fonti rinnovabili intermittenti e basate su risorse per gran parte in mano ad uno stato autoritario come la Cina; La Regione Umbria che ha espresso un parere favorevole trascurando le proprie norme su ambiente e paesaggio e non partecipando alla seduta decisoria del Consiglio dei Ministri sebbene invitata; La Regione Lazio che ha rilasciato un parere favorevole facendo inorridire gli esperti della biodiversità; I mass media nazionali che hanno censurato le voci di protesta che venivano da associazioni, comitati, organizzazioni e cittadini; Le associazioni ambientaliste, Legambiente in testa, che sostengono la necessità di superare le visioni passate sul paesaggio, criticando le Soprintendenze e parlando di nuovi paesaggi energetici e di parchi eolici che potrebbero consentire iniziative turistiche con appositi manuali e guide.

Infine un “ringraziamento” complessivo alle istituzioni sopra elencate che costringeranno molti Cittadini ad affrontare una dura e costosa stagione di ricorsi per pretendere il rispetto delle leggi!

Gli Amici della Terra e molte altre associazioni e comitati saranno a loro fianco!

ENGLISH VERSION

The green light has been given to the wind turbines of the Phobos project, with environmentalists supporting those who protest

Open letter to many institutions regarding the favorable decision on the Phobos wind project

We are writing to express our deep concern and disappointment regarding the recent decision to approve the Phobos wind project in the communities of Castel Giorgio and Orvieto. The decision, as outlined in the published statement, is filled with questionable and instrumental motivations. Unfortunately, it paves the way for the ongoing Environmental Impact Assessment (VIA) processes for numerous projects in the Tuscia region.

The Phobos project consists of 7 wind turbines, each with a height of 200 meters, spanning across Castel Giorgio and Orvieto. Additionally, it involves the creation of a new electrical station covering an area of 5 hectares at the border of Bolsena and Acquapendente. These developments are alarming, especially considering that they are just the beginning of a significant wave of renewable energy projects planned for the Tuscia region. We anticipate more projects to follow, including additional wind turbines, some of which could reach heights of around 250 meters, alongside thousands of hectares dedicated to photovoltaic and agrivoltaic installations.

The consequences of this wave of industrialization will have far-reaching effects on the rural landscapes, small villages, and pristine environments of Tuscia. The region, known for its natural beauty and charming towns, including Bolsena, which was recognized by Forbes as one of the ten most beautiful small cities in Europe, risks losing its unique character and appeal.

We would like to question and express our concerns to the following individuals and organizations who have contributed to this decision:

  1. Former President Mario Draghi, who adopted overly liberal policies to facilitate renewable energy projects at any cost, complying with European and German energy interests.
  2. President Ursula Von der Leyen, who continually urges national governments to prioritize renewable energy projects, despite Germany maintaining the highest CO2 emissions in Europe due to coal-powered plants.
  3. President Giorgia Meloni and the Council of Ministers, who drafted the Phobos project’s approval, interpreting existing regulations in favor of project proponents rather than in harmony with state laws.
  4. The Ministry of the Environment and Energy Security, which is pursuing a strategy primarily based on intermittent renewable sources, many of which rely on resources controlled by an authoritarian state like China.
  5. The Umbria Region, which provided a favorable opinion while neglecting its own environmental and landscape regulations and choosing not to participate in the Council of Ministers’ decisive session despite being invited.
  6. The Lazio Region, which issued a favorable opinion, alarming biodiversity experts.
  7. National mass media, which have overlooked the voices of protest from associations, committees, organizations, and concerned citizens.
  8. Environmental associations, including Legambiente, which argue for the necessity of redefining our perceptions of the landscape, criticizing heritage conservation authorities and suggesting that new “energy landscapes” and wind parks could support tourism.

We want to express our support and solidarity with the citizens who will inevitably face a challenging and costly process of legal appeals to demand the enforcement of the law.

The Friends of the Earth and many other associations and committees stand by their side and are ready to join efforts to protect our environment and heritage.




Massimo Gnagnarini (Italia Viva), “non abbiamo preclusioni ma non vogliamo essere i taxi per candidati e cordate precostituite”

Il Congresso di Italia Viva dell’Umbria si è concluso lo scorso 15 ottobre e in questi giorni si sono costituiti gli Organi statutari apicali con la Cabina di regia (Direttivo) formata da sei donne e da sei uomini, persone di specifiche competenze e rappresentative dei territori regionali che mi affiancheranno nel mio mandato di Presidente regionale del partito.

La nostra missione è quella di concorrere alla costruzione del Centro politico da Bruxelles al più piccolo Comune dove si voterà nel 2024. Ma non si tratta solo di mettere insieme cattolici democratici, liberali, riformisti, socialisti e civici professionisti della politica in un unico cartello elettorale semmai la sfida concreta sarà quella di offrire una casa politica al ceto medio in difficoltà, ai giovani qualificati che pensano di andarsene dalla nostra regione, ai pensionati traditi nel patto previdenziale stipulato con lo Stato. Insomma una nuova rappresentanza per i molti umbri che magari neanche più votavano per il buon senso di non dare credito alle ricette farlocche e alle false promesse di due fazioni contrapposte e consumate.

Assistiamo con perplessità alle fughe in avanti intrise di autoreferenzialità che in Umbria, anche in modo contraddittorio tra loro, sono state fin qui condotte da altre forze politiche e civiche riconducibili all’area politica del centro in relazione alle future alleanze elettorali e di cui la stampa regionale ha dato ampia diffusione. Italia Viva non ha alcuna preclusione o pregiudizi ideologici nei confronti delle coalizioni di destra o di sinistra se non quella verso quei soggetti politici che del populismo da quattro soldi hanno fatto la loro bandiera. Tuttavia l’ambizione di Italia Viva non è nemmeno quella di accomodarsi a fare il cespuglio né della sinistra né della destra e neppure quella di fare da taxi su cui poter saltare per candidature personalistiche o cordate precostituite. Pensiamo che il Centro non si costruisce a tavolino, non è un luogo confortevole dove si ritrovano gli amici semmai è un luogo dove ci si sta in tanti e che si tiene insieme nel rispetto delle diversità e delle autonomie di ciascuno e, soprattutto, nella fatica, ogni volta, di trovare la sintesi. Per questo siamo convinti che la ricerca delle alleanze elettorali per le prossime elezioni comunali da Perugia a Orvieto fino alle altre decine di amministrazioni chiamate al voto debba prima passare attraverso il confronto e la condivisione dei Programmi e delle Idee da offrire alle nostre città e centri storici. Italia Viva è pronta con i suoi programmi, il suo simbolo, i suoi gruppi dirigenti e i suoi candidati a scendere in campo e fare la propria parte. Mancano ancora molti mesi alle elezioni amministrative sulle quali grava l’evoluzione del quadro politico nazionale che, ovviamente, avrà un suo peso nella definitiva composizione del quadro elettorale che potrà delinearsi localmente.




I due volti di FDI: Prisco, Roberta (Tardani) stai serena fino a giugno. Garbini, “poi Roberta (Palazzetti)”

Lo tsunami politico del comunicato di Fratelli d’Italia di Orvieto ha travolto la coalizione usurata del centro-destra orvietana.  Mentre ad ogni occasione la sindaca Tardani ribadisce la sua candidatura per il secondo mandato ecco che il Garbini e Ceci indicano una strada totalmente diversa.  E’ iniziato il tam-tam telefonico tra Orvieto-terni-Perugia-Roma per trovare la quadra.  La stessa ondata anomala ha travolto dall’interno Fratelli d’Italia e allora Emanuele Prisco, da Perugia spiega, “abbiamo un rapporto di serenità ed unità con gli alleati tanto a livello nazionale che in Umbria e le candidature per le prossime elezioni comunali saranno quindi decise all’interno del centrodestra e in maniera unitaria. Intanto mi sento di augurare al sindaco Tardani e alla sua amministrazione di completare con tranquillità il proprio mandato”.  Un chiaro Tardani stai serena, non proprio tranquillizzante, anche perché sempre Prisco spiega che lo statuto del partito parla chiaro, “indica nel coordinamento provinciale di Terni l’organo deputato ad delineare la linea politica per i Comuni al voto nella provincia e non a quelli comunali e in un partito come è noto ci sono le regole che vanno rispettate”. 

Un colpo anche ai “ribelli” Ceci e Garbini?   Forse, ma proprio Umberto Garbini ribadisce, “rimaniamo convintamente al fianco di Roberta Palazzetti”.  E per chiarire meglio spiega, “ringrazio il Coordinatore Provinciale, Paolo Alunni Pistoli, per aver convocato immediatamente il Coordinamento provinciale al quale sarò presente per difendere la nostra posizione e sono sicuro di poter convincere tutti gli altri membri dell’organo partitico”.  E poi un messaggio neanche tanto velato a chi punta a spaccare l’unità del partito dall’interno, “capisco che ognuno di noi ha un prezzo, ma Fratelli d’Italia a Orvieto non è in vendita per accontentare appetiti personali in ambito politico in vista delle prossime elezioni regionali”. Sembrerebbe un messaggio piuttosto chiaro ai dirigenti provinciali che ancora devono digerire la batosta Bandecchi che ha lasciato profonde cicatrici riaprendo anche le classiche divisioni tra Perugia e Terni.

Da non dimenticare, poi, che dietro l’angolo ci sono le elezioni regionali e qualche appetito in salsa ternana c’è ma potrebbe rimanere tale senza l’appoggio determinante di una parte del territorio. D’altronde la ferita Bandecchi è ancora aperta per i vertici politici provinciali e ulteriori forzature potrebbero aprirne altre sempre più difficili da rimarginare. Certamente l’unità della coalizione è da preservare, così come ha spiegato anche il ministro Lollobrigida la scorsa estate, ma le particolarità locali non sempre lo permettono.  A Orvieto il partito non ha rappresentanti in giunta nonostante due cambi di assessore e le liti sono spesso diventate accessi diverbi pubblici. Ceci e Garbini hanno anticipato i tempi e fatto intendere che non sono disponibili a patti elettorali, lo capiranno a Terni? Vorranno prendersi la responsabilità di far deflagrare il partito a Orvieto e mettere in discussione l’unità provinciale al suo interno?

Prisco ha preso posizione lavandosene le mani e rimandando allo statuto con uno stai serena “Roberta (Tardani), fino a fine mandato”.  Orvieto ha intanto ufficializzato la rottura definitiva con l’attuale sindaca.  Terni vorrà capire se ci sono spazi di manovra ad oggi inesistenti e sembrerebbe anche per domani e per giugno 2024.  Come ha spiegato Prisco, “il coordinamento provinciale deciderà per la soluzione migliore e per preservare il partito nei suoi massimi rappresentanti locali”. E i rappresentanti locali hanno scelto.

ENGLISH VERSION

The Two Faces of FDI: Prisco, Roberta (Tardani), You Can Relax Until June. Garbini, “Then Roberta (Palazzetti)”

The political tsunami initiated by the statement from Fratelli d’Italia in Orvieto has shaken the worn-out center-right coalition in the city. While Mayor Tardani consistently reaffirms her candidacy for a second term, the announcement from Garbini and Ceci has paved the way for a different path. A series of telephone calls have commenced between Orvieto, Terni, Perugia, and Rome to find a solution.

This political wave has also engulfed Fratelli d’Italia from within. Emanuele Prisco, speaking from Perugia, emphasized unity within the party, both on a national and regional level. The situation surrounding the next mayoral elections will be decided collectively within the center-right alliance. Prisco sent a somewhat ambivalent message to Mayor Tardani, suggesting that she should continue with her current mandate. He clarified the party’s statutes, which assign the Provincial Coordination in Terni the authority to outline the political direction for municipalities within the province. Furthermore, Prisco expressed that personal interests should not jeopardize party unity.

However, Umberto Garbini reaffirmed his support for Roberta Palazzetti, emphasizing his commitment to the cause. He thanked Paolo Alunni Pistoli, the Provincial Coordinator, for calling an immediate meeting and was confident that he could persuade other members of the party. His message contained a thinly veiled warning to those who aim to disrupt the party’s unity from within. He mentioned that individuals may have their price, but Fratelli d’Italia in Orvieto is not for sale to accommodate personal political ambitions in view of the upcoming regional elections.

Moreover, regional elections are on the horizon, and some interests from the Terni area are apparent. However, the ongoing rift from Bandecchi’s move still lingers in the minds of provincial political leaders. Further attempts to force changes may open even deeper wounds, increasingly challenging to heal. While preserving coalition unity is essential, the intricacies of local politics may hinder this goal. Orvieto’s party does not have representatives in the city council, despite two changes in the assessor’s role. Public disagreements often escalated to heated public disputes. Ceci and Garbini have taken a preemptive stance, indicating they are not open to electoral deals. Will Terni understand their stance? Will they risk fracturing the party in Orvieto and jeopardizing provincial unity?

Prisco positioned himself by referring to the party’s statute and stating “Roberta (Tardani), remain calm until the end of your mandate.” Orvieto has officially ended its relationship with the current mayor. Terni needs to assess if any room for maneuver exists, which currently seems non-existent for tomorrow and for June 2024. As Prisco has explained, “the provincial coordination will decide on the best solution to preserve the party in its highest local representation.” And the local representatives have made their choice.