E’ arrivata la prima sudata vittoria in rimonta per l’Orvietana contro il Figline

È arrivata finalmente la prima vittoria, cercata, sudata, sofferta e alla fine ottenuta anche in crescendo. Fiorucci conferma la difesa di Seravezza, lascia in panchina Orchi a centrocampo, sceglie Fabri trequartista. Due cambi nel Figline, rispetto alla formazione che domenica scorsa aveva perso contro la Pianese. C’è Simoni in porta, visto l’infortunio grave occorso a Conti sette giorni fa, e in mediana opera Sesti al posto di Di Blasio. Primo tempo avaro di emozioni fino al break a centrocampo di Torrini che ruba palla, serve Bruni che trova il diagonale vincente. Reazione rabbiosa dei biancorossi che con Marsilii e Santi sfiorano il pari per tre volte prima dell’intervallo. Ma a fine primo tempo l’Orvietana è ancora sotto. La ripresa sembra iniziare male, Diarra è incontenibile e colpisce il palo, l’episodio però sveglia l’Orvietana che da lì in poi domina la gara: Marsilii e Ricci sfiorano il pari, Osakwe, da poco entrato, lo centra di testa su gran palla di Santi. Il Figline non reagisce, Greco servito da Manoni trova il mancino perfetto che vale il 2-1, perfetta anche la traiettoria dal limite che poco dopo impone Marsilii alla palla, è doppio vantaggio e finalmente il Muzi può esultare. Nel finale ancora due occasioni per il neo entrato Orchi e ancora per Marsilii, Marricchi invece deve fare una sola parata su Di Blasio.

Domenica prossima trasferta a Cenaia, in provincia di Pisa, contro i toscani che sono appaiati in classifica.

NOMI E NUMERI

ORVIETANA (4-3-1-2): Marricchi; Caravaggi, Congiu, Siciliano, Lorenzini; Greco (44’st Labonia), Ricci, Manoni (25’st Orchi); Fabri (5’st Osakwe); Marsilii (40’st Sforza), Santi (44’st Veneroso). A disp.: Rossi, Gomes, Pelliccia, Stampete. All.: Fiorucci.

FIGLINE (3-5-2): Simoni; Sabatini, Ficini, Dema (22’st Fiore), Ficini; Zellini, Bonavita, Sesti (22’ Di Blasio), Rufini (9’st Banchelli), Diarra (31’st Iaiunese); Torrini (34’st Cavaciocchi), Bruni. A disp.: Pagnini, Malpaganti, Orpelli, Donnarumma. All.: Tronconi.

ARBITRO: Scarpati di Formia (Tagliafierro di Caserta –Savino di Napoli).

RETI: 38’pt Bruni (F), 18’st Osakwe (O), 21’st Greco (O), 28’st Marsilii (O)

NOTE: ammoniti: Manoni, Osakwe (O), Dema (F). Angoli: 3-2. Recupero: 4’+5’.




Liceo Gualterio, un docente “situazione di disagio, speriamo che gli studenti non siano più solo numeri”

Continua il dibattito sulla situazione del Liceo Classico F.A. Gualterio. La protesta dei “tazebao” sta avendo degli effetti. Questa volta interviene un docente che preferisce rimanere anonima. OrvietoLife conferma la disponibilità a ospitare sia il punto di vista dell’istituzione scolastica che di altre persone coinvolte, a partire dall’ente proprietario e cioè la Provincia di Terni.

Intervengo come docente nella discussione, sollecitata dal genitore che ha deciso coraggiosamente di rompere il muro dell’indifferenza sulla situazione del Liceo Gualterio.   Ha ragione a chiedersi come mai non ci sia una reazione o una proposta da parte di persone che vivono quotidianamente i problemi della scuola.  La risposta è proprio nella definizione “annichiliti”, ridotti a nulla, perfetta perché attualmente molti docenti sono soggetti a cui non è più lecito esprimere il dissenso e non sono neanche degni di una comunicazione che chiarisca magari il motivo di scelte definite didattiche.  Di questa situazione di disagio e umiliazione, vissuta purtroppo in molte scuole, la responsabilità è della legge della “Buona Scuola”, che ha aumentato notevolmente il potere dei Dirigenti, ma purtroppo anche di quei docenti che alzano la mano solo per approvare nei Collegi o peggio di quelli che nel caos e nella disorganizzazione hanno guadagnato senza meriti un ruolo, diventando strumenti di una gestione di tipo personalistico.  Anche noi ci auguriamo che il Liceo Gualterio possa essere liberato e che gli studenti non siano più solo numeri, come giustamente sottolineato dai ragazzi ribelli cui va il merito di avere aperto il caso.

Non credo che al genitore saranno date le risposte che anche noi “annichiliti” abbiamo provato a chiedere, e forse sono altre le strade da percorrere per ottenere una soluzione. Piuttosto anche noi ci facciamo qualche domanda: dove sono le Istituzioni, l’Ufficio Scolastico Regionale e la Provincia, sollecitata con due segnalazioni, che dovrebbero controllare la correttezza di quanto viene disposto?  Mi fermo qui per ribadire   che la cosa più grave in una “comunità educante”, evidenziata dal caso in questione ma verificatasi in molte altre situazioni, è la mancanza di dialogo, informazione e rispetto delle norme.

Lettera Firmata




Israele sotto attacco, è il mondo libero sotto attacco!

Non facciamoci ingannare, quell’urlo di guerra dei terroristi di Hamas “Allah uAkbar” che ha risuonato nelle città del sud di Israele sabato mattina dalle ore 7 e per buona parte della giornata, avremmo potuto sentirlo a Roma, a Parigi, a Londra.
E’ l’urlo di chi odia l’Occidente, odia il nostro stile di vita, odia gli ebrei, non solo gli israeliani “occupanti” ma gli ebrei, tout court, ovunque essi si trovino e vivano.
Nei silenzi dello Shabat, nel giorno ancora di festa per il popolo ebraico di Simcha’Torah, la festa del testo sacro dell’ebraismo, l’invasione delle milizie islamiste del suolo israeliano e le scene viste nei kibbutzim di confine e nelle città meridionali dello Stato ebraico squarciano i cuori e le menti di ogni essere umano che ama la libertà.
Quel grido “Allah uAkbar” con donne seminude trascinate e caricate sulle Jeep, anziane in carrozzella portate via ed esibite come trofeo di guerra, madri con bambini in braccio strattonate e fatte salire su pick-up, soldati e civili  picchiati e seviziati davanti a cellulari in modalità video ed urla di giubilo, tutto questo ricorda l’invasione nazista dell’Europa con lo stesso metodo, la stessa tracotanza, la stessa violenza inaudita e fine a se stessa, manifestazione di odio e delirio.
Quell’”Allah uAkbar” molto simile allo “Juden Rauss” urlato dalle SS, quella caccia all’ebreo casa per casa molto simile al metodo nazista durante la seconda guerra mondiale. I terroristi palestinesi arrivati nelle case degli ebrei di Israele hanno suonato nelle case di Sderot dicendo “è arrivata la morte” a ribadire che loro amano e ricercano  la morte come noi occidentali aneliamo ed amiamo la vita.
Israele ha mostrato il fianco e messo a nudo tutte le pecche delle nostre società occidentali, fragili e inconsistenti, rispetto ad un fenomeno, quello nazislamista, dove soffia forte, fortissimo il vento di paesi organizzati ed equipaggiati come l’Iran.
La società israeliana, fiaccata da “troppa democrazia” (può sembrare un paradosso ma questo è),come plasticamente hanno dimostrato le  proteste per la riforma della giustizia messa in atto dall’attuale governo ed alla quale hanno preso parte forze armate, tanto tra i militari in servizio quanto tra i riservisti, si è accartocciata su se stessa e si è distratta mentre il nemico islamista, foraggiato e sostenuto da paesi ostili preparava quanto avvenuto, con la brutalità sofisticatamente ricercata ed ottenuta.
Ora Israele ha bisogno dell’aiuto di tutti, ultimo avamposto e baluardo di democrazia dove le forze brutali che hanno portato il loro odio in giro per il mondo, da New York a Parigi, da Londra a Bruxelles, da Nizza a Pittsburgh non prendano il sopravvento ed il Medio Oriente non diventi una unica grande culla per un esercito del male pronto a portare la propria Guerra Santa ovunque.
Credere che una volta risolto il conflitto arabo israeliano e creato uno Stato di Palestina i problemi geopolitici del mondo si risolvano di incanto è mera illusione.
Lo Stato di Palestina non lo vuole nessuno, né la nomenclatura corrotta dell’Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah ne tantomeno l’organizzazione terroristica Hamas a Gaza, sostenute la prima dai dollari degli Usa e dagli euro dell’Unione Europea, la seconda dall’Iran e da un network di paesi islamici (siamo sicuri solo loro? Putin, ci sei?) che spingono per armare le milizie fino ai denti, ma alle quali interessa poco e nulla del benessere e della crescita della popolazione civile di Gaza.
La “causa palestinese” è solo lo specchietto per le allodole e fonte di ricchezza e sovvenzioni per pochi, ma con nessuna ricaduta positiva per una popolazione, educata all’odio ed al disprezzo ed usata come manovalanza terroristica fin dalla giovane età.
Le scene di gioia a Gaza, a Saana, a Teheran, a Baghdad per il successo ottenuto in questa prima giornata di battaglia da Hamas devono far pensare, riflettere e soprattutto preoccupare l’intero mondo libero. Quei bambini palestinesi di Gaza, festanti perché i loro papà ed i loro fratelli hanno sparso sangue innocente di civili e li hanno rapiti e seviziati, stuprati e torturati, saranno tra qualche anno i prossimi terroristi, se non li fermiamo in tempo, se non troviamo il modo per disinnescare questa bomba ad orologeria rappresentata da Hamas, dalla Jhiad islamica, da Hezbollah, dall’Isis, da Al Qaeda, dai talebani e dai Pasdaran iraniani e da altri gruppi del network del terrore.
Ora è Israele nel mirino, ma assieme a lei lo siamo anche noi, tutti, nessuno escluso in ogni paese dell’Occidente e quando Israele replicherà per difendersi, ed accadrà, l’auspicio è che nessuno si azzardi a parlare di “uso eccessivo della forza” risparmiandoci questa ipocrita litania.
Non vi può essere nessun dubbio ed è il momento di scegliere da quale parte stare, senza ambiguità, senza remore, consapevoli che in queste ore siamo tutti israeliani.




Per l’edizione del cinquantenario sono oltre 200 i piloti iscritti alla Castellana

Dal 13 al 15 ottobre a Orvieto sono attesi oltre 200 piloti per la Cronoscalata della Castellana, la storica gara automobilistica in salita anche quest’anno valida, per la terza volta, come Finale nazionale del Trofeo Italiano Velocità Montagna.

Un’edizione speciale quella del 2023 – la 50esima – presentata sabato 6 ottobre, nella Sala consiliare del Comune dal presidente dell’associazione “La Castellana”, Luciano Carboni, alla presenza della sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, del vicepresidente Aci Terni e fiduciario provinciale Aci Sport, Federico Giulivi, del vicepresidente dell’associazione “La Castellana”, Luca Gnagnarini, e della pilota Debora Broccolini. Ospite d’eccezione l’ex pilota di F1, Emanuele Pirro, cinque volte vincitore della 24 ore di Le Mans e da pochi mesi alla guida del McLaren Young Driver Programme, l’accademia dei piloti della scuderia britannica il cui Team Principal è l’ingegnere orvietano Andrea Stella.

Poco meno di 200 i piloti già iscritti alla gara, un numero destinato a salire fino al termine delle iscrizioni fissato a lunedì 9 ottobre. Novità di quest’anno la cornice scelta per la presentazione dei finalisti che si terrà venerdì 13 ottobre a partire dalle 19 in Piazza Duomo al termine della prima giornata come di consueto dedicata alle verifiche tecniche, dalle 9 alle 17 in Piazzale dei Faggi a Ciconia. Sabato 14 ottobre, a partire dalle 8.30, le due manche di prova  lungo i 6,190 chilometri di curve che si snodano sulla Strada regionale 79 bis Orvietana tra San Giorgio e Colonnetta di Prodo, tracciato naturale sul quale domenica 14 ottobre, sempre a partire dalle 8.30, i piloti si daranno battaglia per il titolo assoluto e i premi di categoriaDiretta su Aci Sport Tv, canale 228 di Sky.

La 50esima edizione è un traguardo importante – ha detto il presidente dell’associazione La Castellana, Luciano Carboni – che deve essere condiviso con tutti coloro che si sono succeduti nell’associazione in questi anni. Ospitare per il terzo anno consecutivo la Finale nazionale TIVM è qualcosa che ci qualifica e premia il lavoro svolto ma questo salto di qualità è anche un riconoscimento alla città di Orvieto perché correre qui, su un percorso apprezzato dai piloti e in un contesto simile, fa la differenza. Ringrazio il Comune di Orvieto per il sostegno e la co-organizzazione di questo evento. Senza la loro fiducia non avremmo ottenuto questi risultati“.

Con cinquanta edizioni in sessanta anni dalla prima edizione – ha affermato il vicepresidente Aci Terni e fiduciario provinciale Aci Sport, Federico Giulivi – la Cronoscalata della Castellana è una delle gare più importanti a livello nazionale e con la Finale TIVM ha fatto il definitivo salto di qualità. Anche quest’anno il livello dei piloti iscritti è molto alto e ci attende una gara molto competitiva“.

Come da tradizione alla tre giorni della Castellana parteciperà anche il Panathlon Club di Orvieto consegnando dei premi speciali che quest’anno – come spiegato dalla presidente Lucia Custodi e dalla governatrice del Panathlon Umbria Rita Custodi – andranno al giornalista sportivo Roberto Pace “per aver portato il nome dello sport orvietano a tutti i livelli”, e alla pilota perugina Deborah Broccolini “per essere stata sempre presente”.

Un premio che mi gratifica e che accetto molto volentieri”, ha detto Deborah Broccolini che nel 1996 perse il padre, anch’egli pilota, proprio sul circuito della Castellana. Ad Attilio Broccolini dal 2006 è intitolato un memorial, una gara nella gara che premierà anche quest’anno il primo classificato nella classe N1600 e 1600 Racing Sport. “La Castellana suscita in me tante emozioni – ha aggiunto – e sentimenti contrastanti di amore e odio. Mi ha tolto tanto, ma in questi anni mi ha dato anche tanto. Ricevo molti complimenti in tutta Italia per l’organizzazione fenomenale di questa gara ma quello che mi fa piacere è sentire come siamo visti da fuori, l’unità che c’è tra noi che non si concretizza solo nei giorni della corsa. E’ un’amicizia, una storia, e l’edizione di quest’anno sono sicura che resterà nella memoria di tutti coloro che parteciperanno“.

Il vicepresidente dell’associazione La Castellana, Luca Gnagnarini, ha snocciolato i numeri della corsa oltre a quelli degli iscritti: sono 200 le rotoballe di fieno che sono state disposte questa mattina lungo il percorso e saranno 200 le persone tra commissari di gara e staff che prenderanno parte all’organizzazione della manifestazione. Come lo scorso anno, anche per la 50esima edizione il pilota orvietano Luca Giovannoni ha realizzato un casco celebrativo dal nome “Città di Orvieto”, un omaggio alla città che viene rappresentata con i colori e i simboli dei quattro quartieri e lo stemma del Comune.

E’ un piacere essere a Orvieto – ha commentato Emanuele Pirro – perché qui si respira una passione straordinaria e non è affatto usuale la presenza del sindaco e la vicinanza dell’amministrazione comunale nei confronti di una gara automobilistica che altrove sono invece percepite come fastidiose. L’automobilismo può invece portare tanto al territorio a partire dal prestigio al paesaggio, come avviene in particolare per le corse in salita. E la Castellana si corre in un contesto fantastico come quello di Orvieto. Cinquanta anni sono tanti – ha aggiunto – e oggi la storia, come la salute, è una di quelle poche cose che non si comprano“.

La Castellana è una festa per la città – ha concluso la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani – e le parole che ho sentito anche questa mattina ci fanno capire quanti sentimenti suscita, le emozioni, l’umanità che c’è dietro a questa manifestazione. Questo dipende anche dalle persone che sono a capo e che si spendono nell’organizzazione, una grande squadra fatta di persone accomunate da una passione e che condividono un progetto. Questo è molto significativo per Orvieto, un esempio positivo per la città che deve essere promosso e sostenuto. Per questo abbiamo deciso di investire nell’evento e essere parte dell’organizzazione, orgogliosi della Castellana e della nostra città”. 




Il dottor Spin e le Petit Poucet. Gli indizi trovati 

Orvieto non è un villaggio, non c’è miseria e carestia, ma di certo è città che abbisogna di una radicale trasformazione, di una vera rinascita politica e democratica della società, dell’economia, della salute, dell’ambiente, dell’innovazione: davvero servirebbe un effetto speciale. Una persona speciale, ma chi sarà? E poi, accetterà? Lo sapremo in questo mese di ottobre. A mo’ di Petit Poucet, intanto tracciamo l’identikit e cerchiamo gli indizi, le briciole di pane.

Una sigaretta tira l’altra, la mia stanza si riempie di fumo e i pensieri si rincorrono a seguire le tracce. Lo so “fumare fa male, la cosa migliore è non iniziare, o smettere: ma molte persone non ce la fanno”. Ecco una prima briciola di pane che consegno al lettore.

Il prossimo Sindaco lo voglio donna, orvietana, che abbia fatto il Liceo classico F.A. Gualterio, adulta ma non troppo, tra i 55/60 anni; ed ecco una seconda briciola di pane.

E poi che abbia un ottimo curriculum, una vasta esperienza internazionale, una vera manager, una fuoriclasse dell’inclusione, della sostenibilità olistica, dell’innovazione, dei social; una Ceo di una multinazionale. Ecco una terza briciola di pane.

Che sia tra le 100 donne di successo scelte da Forbes Italia nel 2019 e recensita da Fortune Italia nel 2022.  Ecco la quarta briciola che è anche l’ultima perché, una tira l’altra, io ho finito le sigarette.

Ah, dimenticavo! La voglio antifascista e che lo dichiari con vigore appena scesa dal treno che da Milano la porterà a Orvieto, perché dovrà fare il Sindaco e non più la Ceo.




Il dottor Spin alla ricerca del Sindaco. Perduto

Fu il profumo di un biscotto francese, la madeleine, a ispirare “Alla ricerca del tempo perduto”, il capolavoro di Marcel Proust sull’inevitabile trascorrere del tempo.

Da noi, a Orvieto, il tempo invece è quasi fermo, trascorre evanescente. E sì che mancano ormai pochi mesi all’elezione di un Sindaco. La frenesia dell’evento contagia tutti, soprattutto gli spin doctor, coloro che ammaestrano notizie, vere o false non importa, al fine di catturare consenso. Tra questi ce n’è uno, il dottor Spin, stratega raffinato e di successo in precedenti occasioni, poi profondamente deluso dai suoi committenti. Questa volta non vuol sbagliare, ha deciso di essere lui stesso a influenzare la scelta del sindaco che verrà, sovvertendo la regola per cui sono i partiti a proporre il candidato e solo dopo interviene l’opera dell’esperto. Insomma, è lo spin doctor che si fa partito.

Nel mirino c’è Roberta Tardani,(in foto) sindaco uscente che va abbattuto: l’impresa sembra avere il consenso di nemici giurati e di critici insoddisfatti. Tra costoro la “vulgata popolare” annovera il capo di Fratelli d’Italia, primo partito in città alle recenti elezioni politiche, pur in assenza di sue dichiarazioni ufficiali; tra i critici moderati Cantiere Orvieto, che da tempo anima la città con iniziative di ottimo livello culturale; e poi Civici X, vero braccio armato del dottor Spin, “un’alleanza di cittadini che si preoccupano del buon governo delle proprie città e dei propri territori, un soggetto politico serio” così è definita sui social dal loro capo indiscusso, per il quale si profetizza un futuro in Europa o almeno in Regione. Hanno promesso (effetto annuncio del buon marketing), che ci avrebbero stupiti con il nome di una personalità “civica” quale candidato vincente e di ovvio gradimento ai Fratelli d’Italia che hanno i voti; forse un/a manager o un/a gran commis d’Etat. Una sorta di Monti de Noaltri, un Papa straniero? Settembre è finto e fiduciosi aspettiamo di essere stupefatti!

Se la Destra non ride, temendo un effetto Bandecchi, la Sinistra non ha più lacrime.

Fausto Prosperini, (in foto) politico di razza, prima del PCI ora nel PD, vista la poca consistenza degli attuali gruppi dirigenti, ha ritenuto di “dare una mano” e ha indossato i panni dello spin doctor alla ricerca del candidato credibile. Non usa i social, preferisce incontri riservati insieme al segretario politico, quando costui è in città; per il resto consuma la suola delle scarpe, al mercato, nei negozi, nelle aziende sondando il gradimento dei possibili candidati. I nomi? Sono sempre gli stessi: i Barlozzetti, i Conticelli, i Della Fina, il medico, il professionista, il giovane…addirittura una nomination è per un Germani ritrovato. Ma se il sondaggio non darà l’esito sperato, al PD non resterà che stupirci anch’esso con effetti speciali oppure affidarsi all’usato sicuro, a un uomo di solide relazioni in Umbria, sperimentato nel governo di vari Enti, ex consigliere regionale: è Fausto Prosperini, lo spin doctor per caso che diviene candidato sindaco. E la favola di Cenerentola si fa realtà!

Nell’attesa, noi continuiamo a credere che il governo di una città sia cosa ben diversa dalla gestione di un’azienda o della Pubblica amministrazione: ministeri, ambasciate, e via elencando.

Per fare il Sindaco non servono stage bocconiani e curricula impeccabili. Serve la Politica, la radicalità della proposta, la perizia nel governo del bene pubblico, il “comune sentire” tra i cittadini e chi li amministra; servono i partiti insieme ai corpi intermedi, al civismo genuino, non inzuppato di personaggi ormai usurati. Al momento, nella ricerca del sindaco perduto, non si avverte il profumo delicato delle madeleine, ma l’odore acre di un revanscismo livoroso. Gli attriti personali sono dannosi, in politica vince il valore del compromesso, la capacità di mediazione, il realismo, la migliore unità attorno alla soluzione possibile. Il resto è solo avventurismo, provincialismo velleitario.