Te…sei accorta?

Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e non c’è peggior sordo di chi non vuol ascoltare.

Saggezza popolare che a me, Adolfo Cozza, mezzobusto residente in Piazza del popolo, non può che piacere. Soprattutto perché il detto ben descrive chi la scorsa settimana, dopo aver letto il mio primo contributo sul Gran tour (Bus), si è risentito per i modi che facevano solo da contorno alla ben più importante sostanza del pezzo: crolla la permanenza media dei turisti ad Orvieto perché evidentemente quanto sin qui fatto non ha minimamente intaccato lo status quo. Eh già, se nulla cambi di certo non puoi aspettarti inversioni di tendenza, semmai conferme rispetto all’esperienza passata. Così la sindaca e un consigliere poco olimpico si sono piccati forse per essere stati accomunati a efficienti amministratori di condomini piuttosto che ad amministratori politici navigati. Loro ci hanno messo la faccia e si vede, mi verrebbe da dire che avrebbero potuto metterci anche un po’ più di cervello e magari accogliere le critiche suffragate dai dati con più umiltà? Diciamo almeno con più mestiere per chi fa politica da tempo. A pensar bene forse i piani rialzati del Comune possono dare alla testa, l’aria è rarefatta e si dice che chi lì in passato o nel presente si è fatto prendere la mano ha sofferto e soffre di un malanno politico terribile: dirigismo acuto e dispotico. Consiglio spassionatamente ai dirigisti del Comune di scendere in strada e raggiungermi a Piazza del Popolo e tornare a ragionare di Turismo, dato che anche in Regione i compagni improvvisati della Presidente regionale Tesei si sono accorti di come ad Orvieto, nonostante la sovraesposizione media e social oltre alla sventurata epopea di Orvieto 2025 capitale della cultura, la tendenza turistica non cambia ma peggiora. Come si dice qui da noi: Ce sente?




Orvieto, le strutture ci sono ora troviamo i turisti tutto l’anno

Turismo tutto bene? L’Umbria piace, è indubbio, piace tutta ma con qualche distinguo e alcuni segnali che la politica deve prendere assolutamente in considerazione prima che sia troppo tardi e il vento favorevole di questi ultimi anni si calmi in favore, magari, di altre mete altrettanto affascinanti che in Italia non mancano.

Il dato che spicca su tutti è quello dell’Indice Medio di Utilizzo che non riesce a superare il 50% delle strutture disponibili. Questo anche per il continuo e costante aumento delle strutture extra-alberghiere in tutta la Regione nonostante il dato che evidenzia un surplus che non si riesce a riempire. A Orvieto? Il dato dei flussi evidenzia, stando alle statistiche ufficiali della Regione Umbria, che i turisti italiani vengono a Orvieto ma meno che in altri comprensori. Infatti nel grafico la Rupe viene dopo Assisi, saldamente al primo posto, Perugia, Foligno, Terni e Spoleto. Le cose cambiano se si guarda lo stesso dato per gli stranieri con Orvieto che balza al terzo posto dopo Assisi e Perugia e distaccando Castiglion del Lago.

Ma quanto vale a livello di presenze l’orvietano per l’Umbria? I dati della Regione parlano chiaro, il 6,2% dietro al colosso Assisi, poi Perugia, Trasimeno, Folignate e Ternano avanti per alcuni decimali di punto, il 6,7%. Questo dato, in particolare sembra scontrarsi con il numero di attività ricettive sul territorio, anche se quelle alberghiere sono in contrazione costante. Le attività extra-alberghiere registrare sono circa 350 con il tasso di riempimento sotto il 50% in media come nel resto dell’Umbria.

Questi sono i dati ufficiali da dove ripartire e sui quali discutere per immaginare progetti e strategie future che possano far crescere il settore turistico a Orvieto, senza grancasse e post violenti. Servono dialogo, idee, tecnici, esperti, forze nuove che si mettano a disposizione e sulle quali investire, sì investire cioè spendere soldi, per immaginare Orvieto nel 2030, non domani. Servizi, strutture e infrastrutture materiali e immateriali per residenti e “ospiti” conciliando esigenze apparentemente divergenti ma che in verità sono simili.