Roberta Tardani, “lo sportello di prossimità scarica ogni responsabilità sui Comuni e non è un distaccamento del Tribunale”

In merito alle notizie di stampa relative alla sollecitazione della consigliera Cristina Croce sull’attuazione dello Sportello di Prossimità presso il Comune di Orvieto, il sindaco, Roberta Tardani replica: “sulla questione degli Uffici di Prossimità la consigliera Croce interviene con l’unico obiettivo di creare, ancora una volta, disorientamento tra i cittadini con informazioni equivoche e parziali. Crediamo sia poco informata viste le tante inesattezze che dichiara. Una su tutte: il tribunale di Terni non ‘offre’ alcuna opportunità, come lei impropriamente scrive, perché gli Uffici di prossimità dovrebbero essere sostenuti totalmente dai Comuni che dovrebbero mettere a disposizione personale proprio oltre che una sede adeguata.  Il ‘PON Governance e Capacità istituzionale’, proposto dal Ministero della Giustizia con la cooperazione delle Regioni, finanzia infatti solo la formazione degli operatori dei Comuni addetti agli Uffici di prossimità, la promozione e il coordinamento dell’azione informativa e l’allestimento base delle postazioni comunali.  Oggi il Comune di Orvieto, che da tre anni a questa parte e nel bel mezzo della pandemia è stato ed è impegnato a risolvere le annose carenze di organico, non può garantire il servizio che viene richiesto perché non può permettersi di sottrarre personale agli uffici che si stanno adoperando a cogliere tutte le opportunità legate alla ripartenza anche attraverso la gestione dei fondi Pnrr. E’ per questo che, come la stragrande maggioranza dei Comuni dell’Umbria, non abbiamo potuto aderire alla richiesta. Lo abbiamo comunicato subito a chi di dovere e lo abbiamo ulteriormente specificato nell’incontro cordiale che abbiamo avuto nel pomeriggio di oggi (7 giugno ndr) con la direzione del Tribunale di Terni”.“Nel corso del confronto – sottolinea – abbiamo ribadito la disponibilità dell’Amministrazione Comunale a individuare degli spazi dove eventualmente collocare l’Ufficio di prossimità a patto che il personale, almeno in questa fase di indisponibilità da parte dell’Ente, venga messo a disposizione dal Ministero della Giustizia. Tuttavia, la riflessione da farsi non è solo di carattere meramente organizzativo. Ci siamo battuti a suo tempo contro la riforma della geografia giudiziaria che nel 2013 ha portato alla soppressione del Tribunale di Orvieto, una riforma che prometteva risparmi che in realtà non si sono mai concretizzati come auspicato ma che nel corso degli anni ha invece creato disagi ai cittadini e ai professionisti, mitigati solo in parte dall’informatizzazione dei processi, peraltro accelerata solo dopo la pandemia. Occorre quindi interrogarsi se gli Uffici di prossimità, la cui funzione sarebbe principalmente di sportello informativo e limitata nell’operatività agli atti relativi alla volontaria giurisdizione, siano realmente la soluzione per risolvere i disagi dei cittadini derivanti dalla chiusura dei tribunali. Non si tratta dunque di un distaccamento del Tribunale come la consigliera Croce vuole far credere. Una cosa però è certa: non si può continuare a scaricare sugli Enti Locali gli effetti di una riforma sbagliata chiedendo ai Comuni di alleviare i disagi che ne sono derivati.  È su questo che siamo disposti a trattare e, insieme all’Ordine degli avvocati e alle associazioni forensi, confrontarci per valutare soluzioni concrete che riportino servizi sul territorio capaci anche di generare economia quotidiana come rappresentava una volta il tribunale per la città.  E su questo avremmo voluto che arrivasse un contributo dall’avvocato Croce che invece ormai ci ha abituati ad interventi completamente privi di proposte che non riescono nemmeno a nascondere la frustrazione per non aver inciso minimamente nei cinque anni in cui si è trovata alla guida della città lasciata impantanata nelle paludi dell’immobilismo”.




Cristina Croce, Siamo Orvieto, “il Comune ignora l’offerta del Tribunale di Terni per aprire uno sportello di prossimità”

La consigliera comunale Cristina Croce ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta riguardante lo sportello di prossimità da istituire presso il Comune di Orvieto.  Nell’interrogazione la consigliera Croce scrive, “sono venuta a conoscenza che il Tribunale di Terni ha sin dal mese di novembre dello scorso anno, richiesto alla sindaca di manifestare la disponibilità alla realizzazione presso il Comune di Orvieto dello Sportello di prossimità volto a venire incontro alle esigenze di tutti quei cittadini che necessitano occasionalmente e al di fuori della stretta attività giurisdizionali, di accedere agli uffici giudiziari per pratiche amministrative o semplice rilascio di certificati e/o attestazioni, dopo la nota soppressione del Tribunale di Orvieto”.  Lo scorso maggio sempre dal Tribunale, spiega nell’interrogazione Croce, il responsabile del progetto ha rinnovato al sindaco l’invito per organizzare un incontro per la definizione delle modalità di realizzazione dello sportello, ma “ancora una volta nulla ricevendo a riscontro, il Tribunale invitava nuovamente la sindaca a voler fornire una risposta ufficiale in merito alla disponibilità a meno, fissando un incontro da remoto per la giornata di domani (ndr il 7 giugno per chi legge).  La consigliera scrive ancora “al di la delle considerazioni di mera correttezza istituzionale che di per se avrebbero imposto una sollecita risposta da parte della sindaca, si evidenzia come lo Sportello di Prossimità potrebbe, sia pure in minima parte, sopperire ad alcune delle criticità create dalla chiusura del Tribunale di Orvieto in particolar modo per quei cittadini che vivono già in condizioni di fragilità”. Cristina Croce chiede direttamente alla sindaco se è “sua intenzione cogliere l’opportunità fornita dal Tribunale di Terni in merito alla possibilità di attuazione dello Sportello di Prossimità presso il Comune di Orvieto, fornendo, così come più volte sollecitato una risposta ufficiale e se, sempre la sindaco, ha intenzione di porre in essere le azioni necessarie per l’apertura dello Sportello presso l’Ente, recependo nell’interesse dei cittadini la disponibilità del Tribunale alla formazione del personale necessario”.




All’assemblea di Cittaslow International, a Orvieto dal 10 al 12 giugno, in anteprima il progetto “Metropolis”

Dal 10 al 12 giugno Orvieto sarà protagonista di Cittaslow con ospiti internazionali che si riuniranno al Palazzo del Popolo dopo due anni abbondanti di riunioni a distanza. Sono quasi 200 gli iscritti di Cittaslow International, una rete che coinvolge 32 paesi, 282 città di cui 10 in Umbria e Orvieto hub di questa rete che promuove il vivere in maniera sostenibile. Non ci saranno i rappresentanti cinesi perché la pandemia ancora si fa sentire con i suoi colpi di coda. Ma ci sarà anche un collegamento via web perché l’occasione è importante, verrà presentato in anteprima mondiale il progetto “Cittaslow Metropolis”, un vero e proprio salto di qualità, una grande scommessa perché entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle grandi aree metropolitane e l’emergenza ambientale non può essere combattuta senza la collaborazione e la partecipazione delle città.

Ma cosa significa Cittaslow Metropolis? L’idea è quella di trasferire la sfida del “buon vivere” dai paesi e dalle realtà cittadine di provincia prima nei quartieri per poi entrare nelle grandi realtà metropolitane, lentamente, senza fretta ma costantemente. Cittaslow è uno stile di vita che nelle città significa quartieri dove i bambini possono giocare liberamente, dove i pendolari in massimo 30 minuti possono raggiungere il loro posto di lavoro, i ragazzi le loro scuole, i cittadini tutti i servizi. In questo modo si punta a diminuire la mobilità quotidiana inquinante diminuendo le emissioni di carbonio ma non solo, l’obiettivo è far calare il rumore e lo stress. Spiega Pier Giorgio Oliveti, segretario generale di Cittaslow International, “a Orvieto presentiamo il progetto pilota in corso in tre quartieri di Smirne, in anteprima mondiale, e così si porta il buon vivere dalla piccole città alla metropoli. E’ una nuova sfida che prevede una griglia di valori slow, la partecipazione attiva dei cittadini e di tutti i cosiddetti stakeholders e degli amministratori che devono guidare scelte e progetti”.

L’apertura dell’assemblea è prevista per le 16 del 10 giugno con Mauro Migliorini, sindaco di Asolo e presidente di Cittaslow, con la tavola rotonda dal titolo “Cittaslow Metropolis, il laboratorio del futuro. Una contraddizione che fa scuola: quando e come la metropoli adotta le qualità slow”. Al confronto parteciperanno Tunç Soyer, sindaco di Smirne e vicepresidente di Cittaslow oltre che coordinatore della rete nazionale turca di Cittaslow, Walter Ganapini, docente e ricercatore italiano, membro onorario del Comitato Scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, Sohn Dehyun, accademico dell’Università di Seoul, coordinatore della rete coreana di Cittaslow, Giacomo Degli Antoni, professore di economia politica e delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Parma e Giuseppe Roma, architetto, membro del comitato scientifico di Cittaslow e presidente della Rur/Rete urbana delle rappresentanze. Alla tavola rotonda la partecipazione è libera fino a esaurimento dei posti disponibili.

L’11 giugno partirà l’assemblea generale dell’associazione. L’ospite d’onore sarà l’architetto e urbanista spagnolo Vicente Guallart, che proviene da Barcellona, una metropoli che si sta trasformando puntando sulla sostenibilità, una sfida difficile soprattutto per un’area vocata al turismo di massa, città portuale, commerciale e industriale con tutti i problemi del caso.

Barcellona è una delle aree metropolitane che ha accettato la sfida di Cttaslow Metropolis. Da circa 5 anni oltre alla città catalana anche a Busan, Bruxelles, Taipei e Smirne si studia, progetta e poi si concretizza l’idea di un modello urbano “lento” . E’ quello che sta avvenendo a Smirne, in Turchia, con il programma “Cittaslow Neighborhood” si lavora seguendo i principi di integrazione sociale, impegno civico, dati scientifici, benefici e interazione sociale.