Le imprese orvietane di Confindustria Umbria hanno raccolto farmaci da inviare in Ucraina

Gli imprenditori di Orvieto di Confindustria Umbria si sono mobilitati a favore della popolazione ucraina contribuendo alla raccolta di farmaci promossa dalla Protezione Civile.

“Le aziende – ha raccontato Patrizia Ceprini, Presidente della Sezione di Orvieto di Confindustria Umbria – hanno risposto in maniera esemplare a questa iniziativa nonostante il momento difficilissimo che si sta attraversando. Ma di fronte al dramma umanitario che sta colpendo la popolazione ucraina non si poteva rimanere indifferenti ed è stato naturale attivarsi con un gesto di concreta e immediata solidarietà. Sapevamo che la Protezione Civile – Area Sud Ovest Orvietano – aveva messo in campo questo progetto di raccolta farmaci a cui già avevamo aderito come cittadini. Quindi, con alcuni colleghi, abbiamo valutato la possibilità di realizzare una iniziativa comune che ci consentisse di acquistare farmaci essenziali, non solo quelli da banco. Ci siamo rapidamente coordinati con la Protezione Civile e in una settimana abbiamo raccolto i fondi, sono stati acquistati i medicinali e si è provveduto immediatamente alla loro spedizione per la destinazione finale”.

“All’iniziativa – ha aggiunto Ceprini – hanno aderito tredici aziende del territorio alle quali va il mio ringraziamento”. Si tratta di Basalto La SpiccaCeprini CostruzioniCiseCorneliFamiglia CotarellaGruppo BiagioliGuazzarotto CostruzioniHotel Orvieto-QuattroluglioItaly Lodge Altarocca Wine ResortLa Romana FarineMira OrvietoOpificio Della Seta e Termopetroli.

“Sono molto orgogliosa – ha concluso la Presidente Ceprini – della generosità che le nostre aziende hanno dimostrato, nonostante gli scenari che abbiamo di fronte siano molto preoccupanti. Anche Confindustria Umbria sta progettando azioni concrete di supporto alla popolazione ucraina arrivata in Italia coinvolgendo tutta la base associativa regionale, in considerazione del fatto che l’emergenza non sembra, purtroppo, destinata a finire presto”.  




Tornano a salire i contagi con l’Umbria sopra la media nazionale e Orvieto tocca quota 443 positivi

In pochi giorni la curva dei positivi a Orvieto e in Umbria, più in generale, è tornata a crescere vorticosamente. Il 17 marzo siamo a quota 443 e 3 ricoverati nei reparti ospedalieri. I guariti sono stati 20 contro 21 nuovi contagiati dal virus in 24 ore. E’ allarme? Non proprio, la sottovariante “omicron2” è molto più contagiosa della sua sorella maggiore ma i sintomi sono simili e il decorso è in linea. In pratica chi si è regolarmente vaccinato con le tre dosi rischia molto meno di avere un esito grave e molti positivi sono in quarantena come paucisintomatici e senza apparenti sintomi. E’ chiaro che l’abbassamento della soglia di attenzione ha permesso al virus di rialzare la testa vigorosamente, complici anche le condizioni meteo che fino a pochi giorni orsono erano tipicamente invernali. Del resto la risalita dei casi è comune a tutto il Paese e fra le cause ascrivibili a questa recrudescenza ci sono gli ammorbidimenti delle restrizioni, il periodo delle “settimane bianche” e un forte rallentamento delle vaccinazioni. In particolare si nota a livello italiano una crescita dei ricoveri in età pediatrica proprio per la bassa copertura vaccinale nella fascia fino ai 12 anni. Molti hanno “dimenticato” di effettuare la cosiddetta dose “booster” cioè il terzo richiamo, e questo ha permesso, secondo i medici, al virus di riprendere il largo.

Intanto il governo sta mettendo a punto la road map della fine delle restrizioni che già da aprile prevede lo stop del green pass rinforzato nei ristoranti e nei bar all’aperto, ad esempio. un’iniezione di fiducia che però non deve essere interpretata con un “libera tutti”. Il virus ancora circola, è meno pericoloso se si è vaccinati, ma c’è. Nei Paesi dove hanno tolto le restrizioni, come Gran Bretagna e Danimarca, si sta assistendo a una nuova vertiginosa risalita dei positivi e dei ricoveri così come in Cina che in questi giorni sta cercando di contrastare con nuovi lockdown mirati la peggiore ondata dopo quella storica di Wuhan. Non rimane quindi, che raccomandare di continuare con le attenzioni e le cautele che oramai abbiamo acquisito in questi ultimi anni: igienizzare le mani spesso, utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi, sempre e in quelli aperti se in presenza di molte persone e soprattutto vaccinarsi e effettuare i richiami senza rimandare perché i contagi “sono in calo”.




La Polizia Stradale arresta una donna con due etti di cocaina e un coltello durante un controllo di routine

Nel primo pomeriggio del 16 marzo, la Polizia di Stato, ha tratto in arresto una donna italiana quarantenne trovata in possesso di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. La Polizia Stradale di Orvieto, infatti, nell’ambito di un’intensificata attività dei servizi di vigilanza stradale al fine di garantire la massima sicurezza sulle strade e contrastare ogni eventuale attività illecita, ha portato a termine una brillante operazione di polizia giudiziaria che ha consentito di arrestare una donna laziale perché in possesso di 2 etti di sostanza stupefacente del tipo cocaina risultata, alle prime analisi eseguite dalla Polizia Scientifica, purissima.

Verso le ore 13,00, una pattuglia della Polizia Stradale, durante un posto di controllo al di fuori del casello autostradale di Orvieto, ha fermato un’autovettura con alla guida una donna, unica occupante. I poliziotti le hanno chiesto i documenti di routine e hanno notato un certo nervosismo e un leggero tremore delle mani. Gli agenti hanno iniziato a chiedere alla signora dove fosse diretta e quali fossero i motivi della sua visita ad Orvieto.  Le risposte non hanno convinto pienamente gli agenti che allora hanno iniziato con controlli più approfonditi.  Hanno chiesto alla signora di aprire il cofano per controllare il numero di telaio e hanno notato sul cruscotto un coltello con una lama da 10 cm, non permesso.  A quel punto gli agenti hanno deciso di procedere con una perquisizione completa del veicolo e, all’interno di una borsa hanno trovato due involucri in cellophane con all’interno della polvere bianca, verisimilmente droga.

Negli uffici della Stradale di Orvieto, la sostanza rinvenuta è stata sottoposta ad un preliminare accertamento tramite la Polizia Scientifica del Commissariato risultando cocaina di ottima purezza per un peso netto di 200 grammi.  La donna a questo punto è stata dichiarata in arresto perché responsabile di detenzione e trasporto di sostanza stupefacente ed associata al carcere femminile di Perugia, a disposizione della Procura della repubblica presso il Tribunale di Terni, ed inoltre denunciata per possesso ingiustificato di arma da taglio.

Con quest’operazione molto probabilmente è stato evitato lo spaccio di due etti di cocaina purissima sul territorio orvietano.




Lettera dei gestori di agriturismi al sindaco di Ficulle, “con la tassa di soggiorno si colpiscono gli operatori e il turismo”

In qualità di proprietari e gestori di due agriturismi del Comune di Ficulle vogliamo esprimere la nostra forte preoccupazione per l’introduzione dell’imposta di soggiorno nel nostro Comune.  Tale imposta è stata approvata dal consiglio comunale alla fine del 2021, ed entrerà in vigore il prossimo 1° aprile.  Purtroppo, le strutture ricettive interessate non sono state coinvolte e non abbiamo avuto la possibilità di esprimere il nostro parere in merito prima dell’approvazione.

Solo la settimana scorsa l’amministrazione ha organizzato una riunione informativa in merito, ma siamo stati convocati ufficialmente solo 5 ore prima, cosa che probabilmente non ha aiutato la partecipazione vista la presenza di sole 7 strutture sulle 29 attive sul territorio.  Per questo vorremmo esprimere pubblicamente le nostre valutazioni che ci portano ad essere contrari all’introduzione dell’imposta di soggiorno nel Comune di Ficulle:

• è inopportuno introdurla in un momento storico come questo, con 2 anni di pandemia Covid alle spalle che ha causato una profonda crisi economica generale, ma che ha colpito particolarmente, per ovvie ragioni, il settore turistico

• da ormai più di 2 settimane tutto il mondo è sconvolto da una crisi di proporzioni inimmaginabili sul piano economico, energetico e umanitario. Basta dire che siamo sull’orlo della terza guerra mondiale e di una catastrofe nucleare, situazione che ci sta spingendo in un periodo di forte recessione economica

• in particolare, in questi tempi di crisi l’offerta turistica, in Umbria come in tutta Italia, è decisamente superiore alla domanda del mercato, il che comporta una competizione aggressiva tra strutture e territori. Ficulle e le sue strutture ricettive si devono confrontare con l’offerta media delle località turistiche italiane: la nostra bella campagna, la quiete e la mancanza di traffico devono competere con le località turistiche che offrono mare, laghi, montagne, e parchi nazionali; dal punto di vista artistico culturale non possiamo competere con le città d’arte: non abbiamo musei, cattedrali, siti archeologici, palazzi storici; inoltre il nostro centro storico, anche se piccolo, avrebbe bisogno di un parcheggio degno di questo nome.

• A fronte di una modesta entrata si caricano le strutture ricettive dell’ennesima incombenza burocratica nonché di obblighi anche pesanti: l’elenco degli adempimenti burocratici, delle responsabilità e delle relative sanzioni sia penali che amministrative è un incubo per noi gestori, che diventiamo per legge responsabili del corretto ed integrale versamento dell’imposta dovuta dal cliente con l’unica possibilità del diritto di rivalsa sul turista-ospite, siamo responsabili della presentazione alla Corte dei Conti della “resa del conto dell’agente contabile”, delle dichiarazioni al comune, della conservazione per 5 anni delle ricevute e della documentazione giustificativa delle esenzioni applicate, nonché soggetti alle sanzioni per omessa o infedele dichiarazione e per omesso, ritardato o parziale pagamento!

Ci domandiamo se sia opportuno appesantire il già gravoso carico burocratico a cui siamo sottoposti noi gestori per una cifra quasi irrilevante rispetto al bilancio comunale Ci sono poi due aspetti che ci stanno particolarmente a cuore riguardo al regolamento approvato:

• l’applicazione dell’imposta senza l’introduzione di un limite massimo di pernottamenti

• l’imminente entrata in vigore dell’imposta di soggiorno senza un adeguato preavviso

Mancata introduzione di un limite massimo di notti:

Premesso che la legge di indirizzo nazionale non prevede alcun limite, facendo una semplice ricerca in rete appare evidente che la totalità dei comuni a noi vicini pongono un limite al numero di pernottamenti da pagare, da un minimo di zero (nessuna imposta) a un massimo di cinque: Allerona e Fabro zero notti, Parrano e Terni 2 notti, Assisi, Bolsena e Perugia 3 notti, Todi 4 notti, Orvieto, Città della Pieve 5 notti.  Ed anche alcune tra le località turistiche più famose hanno comunque un numero massimo di pernottamenti da pagare: Venezia 5 notti, Firenze, Rimini e Riccione 7 notti, Roma 10 notti.  Cerchiamo di spiegare meglio con un esempio calcolando quanto dovrebbe pagare una famiglia di 4 adulti che soggiorna per 2 settimane in un agriturismo o bed&breakfast nei Comuni del nostro territorio:

Ad Allerona e a Fabro non c’è l’imposta di soggiorno, quindi non paga nulla.

A Parrano 8 euro, stesso importo da 2 notti in su

A Bolsena 12 euro, stesso importo da 3 notti in su

Ad Assisi 18 euro, stesso importo da 3 notti in su

Ad Orvieto, 44 euro, stesso importo da 5 notti in su

A Ficulle 56 euro

Quindi a Ficulle questa famiglia pagherà più del 300% dell’imposta di soggiorno che pagherebbe ad Assisi. Ovviamente il divario aumenta all’aumentare della lunghezza del soggiorno e al numero degli ospiti.  Esprimiamo la nostra forte preoccupazione che questa imposta non sia un bel biglietto da visita per il turismo ficullese, con il rischio di mettere in crisi la tenuta economica delle strutture ricettive del nostro piccolo paese.

Entrata in vigore dell’imposta di soggiorno il prossimo 1 Aprile:

Il problema nasce dal fatto che normalmente le strutture ricettive ricevono le prenotazioni (direttamente o dalle agenzie di viaggio sia fisiche che online) con largo anticipo, anche dell’ordine di un anno rispetto al soggiorno stesso.  Visto che siamo stati informati dell’introduzione dell’imposta di soggiorno solo dieci giorni fa, ci troviamo nella spiacevole situazione di dover chiedere al cliente di pagare una imposta di cui non era stato informato al momento della prenotazione.  C’è anche la possibilità concreta che il turista si rifiuti di pagare l’imposta, soprattutto se ha prenotato e pagato il soggiorno tramite Booking o Airbnb visto che il loro contratto impone che tutte le voci di costo, compreso le tasse, debbano essere incluse al momento della prenotazione, e il gestore non può chiedere altri soldi dopo l’accettazione della stessa (tra l’altro se si aggiunge l’imposta di soggiorno nei loro portali ci si ritrova a pagare le commissioni anche sull’imposta stessa).  L’unica alternativa per evitare una brutta figura è che noi gestori ci si faccia carico in proprio del pagamento dell’imposta: soprattutto nell’epoca delle recensioni online un cliente che si sente aggirato da un’informazione poco trasparente può creare un grosso danno di immagine per la singola struttura, e di riflesso per tutta Ficulle. 

In conclusione, suggeriamo di valutare la possibilità di approvare in un prossimo consiglio comunale una modifica al regolamento allo scopo di

• posticipare l’entrata in vigore all’anno prossimo in considerazione del delicatissimo momento storico, oltre alla difficoltà in cui ci troviamo noi gestori ad applicare questa nuova imposta con la stagione turistica ormai già quasi del tutto prenotata

• introdurre un limite di pernottamenti per adeguarsi agli altri Comuni del territorio ed eliminare l’evidente svantaggio competitivo che si verrebbe a creare con il regolamento già approvato.

Siamo fiduciosi che la sensibilità e la lungimiranza dell’amministrazione porti a valutare le nostre proposte.

Francesco De Ninno e Serena Rosati, Agriturismo Frallarenza

Mario Montevecchi, Agriturismo Fattoria Walden