Soroptimist d’Italia dona a carabinieri di Orvieto kit per videoregistrare denunce delle vittime di violenza di genere

Giovedì 23 settembre alle ore 17 all’Auditorium della Fondazione della Cassa di Risparmio di Orvieto il “Soroptimist International d’Italia” Club di Terni, nell’ambito del protocollo nazionale stilato con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri donerà un kit per la videoregistrazione delle denunce e delle testimonianze delle vittime di violenza di genere. Alla cerimonia parteciperanno il comandante provinciale dei Carabinieri di Terni colonnello Davide Milano, Alessandra Ascani, presidente del Soroptimist Club di Terni, autorità locali e provinciali.

L’evento non è aperto al pubblico ma ad invito ed al termine vedrà la performance, curata da ANIA, di alcuni artisti sul tema della violenza di genere.




Cristiana Casaburo, dirigente scolastico IISACP, “ai giovani serve una scuola inclusiva e aperta al mondo del lavoro”

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Dipendente di una RSA ruba il bancomat ad un’ospite, i carabinieri la denunciano

I Carabinieri della Stazione di Orvieto, a seguito della denuncia sporta dal figlio di una signora ospite di una casa di riposo di Baschi, hanno svolto mirate ed accurate indagini al fine di identificare chi, essendo venuto in possesso del bancomat della signora 71enne, le aveva sottratto circa 25.000 euro dal mese di marzo ad oggi. Grazie alla visione delle telecamere di videosorveglianza ed all’intreccio dei dati analizzati dagli investigatori è stata individuata e denunciata per circonvenzione di incapace, furto aggravato ed utilizzo indebito di carte di pagamento una donna 49enne, dipendente della residenza per anziani presso cui la vittima era ospite.

Quest’episodio accende i riflettori sui reati che colpiscono quotidianamente gli anziani quali una delle categorie più vulnerabili per i reati contro il patrimonio. È costante l’impegno dell’Arma dei Carabinieri per la prevenzione e la repressione di tali reati anche attraverso incontri di carattere informativo/educativo che mirano a diffondere la consapevolezza dei rischi di incappare in malintenzionati che approfittando di condizioni di solitudine e situazioni di necessità riducono le vittime al lastrico.




Il 29 settembre convegno a Porano per ricordare Gisleno Breccia

A poco più di tre anni dalla scomparsa, mercoledì 29 settembre Porano dedicherà una giornata al Sindaco Emerito Gisleno Breccia. Con proprio atto del gennaio 2019, la Giunta comunale di Porano deliberò di ricordare Gisleno Breccia, sindaco di Porano dal 1975 al 1999, intitolandogli il Palazzetto dello Sport che fece edificare ed i cui lavori iniziarono il 19 novembre 1977, quando l’On. Franco Maria Malfatti, ministro della Pubblica Istruzione, sistemò la pergamena con i dati della costruzione nella 1^ pietra. L’iniziativa, in programma per marzo 2020, fu rinviata a causa dell’emergenza sanitaria.

A Gisleno Breccia è legato indissolubilmente lo sviluppo moderno di Porano attraverso politiche che ne hanno favorito la crescita demografica e l’implementazione di servizi alla cittadinanza. Il Palazzetto dello Sport, in particolare, è divenuto fin dai primi anni ’80 un punto di riferimento per il territorio comprensoriale e per le attività sportive dei giovani, ospitando soprattutto società di basket a carattere nazionale. Il sindaco Marco Conticelli e la giunta Municipale, in collaborazione con l’Associazione culturale “Pier Luigi Leoni”, hanno voluto ricordare come merita la figura di Breccia, uomo delle Istituzioni, organizzando un convegno incentrato sul tema della gestione dei Piccoli Comuni al Teatro Santa Cristina. Importanti i relatori del convegno: Michele Toniaccini, Presidente Anci Umbriasindaco di Deruta, Federico Gori, coordinatore Anci piccoli Comuni nonchè sindaco di Montecchio e Franco Raimondo Barbabella, ex sindaco di Orvieto, in rappresentanza dell’Associazione culturale “Pier Luigi Leoni”. Modererà l’incontro Roberto Conticelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria. Invitati anche i sindaci dei Comuni dell’Area Interna Sud-Ovest dell’Orvietano ed i ragazzi delle classi IV e V della scuola Primaria di Porano. Al termine del convegno si terrà la cerimonia di intitolazione presso il Palasport dove sarà svelata la targa che ricorda Gisleno Breccia.  




TIR che trasportava carta prende fuoco sulla A1 tra Chiusi e Fabro

Alle ore 06,00 circa del 22 settembre, al km 415 sud, tra Chiusi e Fabro un autoarticolato che trasportava carta ha preso fuoco. Sul posto è intervenuta immediatamente la Polizia Stradale di Orvieto per coordinare le attività di intervento dei soccorsi, della gestione della viabilità e consentire ai vigili del fuoco di operare in sicurezza per lo spegnimento delle fiamme.

Le operazioni hanno creato un blocco temporaneo del traffico con un incolonnamento di alcuni chilometri. La circolazione è poi ripresa anche se solamente sulla corsia di sorpasso. Fortunatamente non è stato registrato alcun ferito. Le cause dell’incendio sono al vaglio della Polizia Stradale di Orvieto. Sul posto sono intervenuti, oltre la polstrada, i vigili del fuoco e il personale di autostrade per l’Italia




Pci, “è veramente giusto il tracciato del secondo stralcio della complanare?”

Si è dato notevole risalto all’ autorizzazione del nuovo stralcio della complanare, arteria che dovrebbe ricollegare la SS 71 con il casello autostradale e la SS 205, eliminando i tratti interni ai centri abitati di Segheria, Sferracavallo, Orvieto Scalo ed in parte Ciconia. Il nuovo tratto previsto, di circa 3,6 km, che dovrebbe agevolare, i flussi di traffico da e verso la zona industriale di Bardano, si attesterà alla rotonda del ponte sul fiume Paglia e correndo parallelo alla autostrada, terminerà sulla SP Sferracavallo – Allerona, all’altezza del torrente Romealla. Se poniamo l’attenzione alla finalità che ha motivato e finanziato il progetto nel suo complesso, questo stralcio è quello che meno di tutti contribuisce allo scopo. Infatti, mentre il primo, pur lasciando immutata la criticità di via Angelo Costanzi, ha realizzato un ulteriore ponte sul Paglia, utile per gli abitati di Ciconia e La Svolta ed indispensabile se dovesse risultare impraticabile il ponte dell’Adunata.

Questo progetto consentirà solo di eliminare una parte dell’ormai minimale traffico di mezzi pesanti che accedono alla zona di Bardano, industriale di nome, ma non più di fatto, vista la progressiva, irreversibile diminuzione delle attività produttive. Rispetto al più consistente traffico che attraversa Orvieto verso l’alto Lazio e la costa tirrenica, nulla cambia infatti, finché non verrà realizzato il raccordo mancante con la SS 71, che riteniamo sia quello più complesso ed impattante a tutti gli effetti. Di questo naturalmente non possiamo attribuire particolari responsabilità alla Giunta attuale, risultando sia il progetto generale che la sua suddivisione cronologica in stralci, antecedenti al suo insediamento.

Ciò che invece vorremmo ci fosse chiarito da questa Amministrazione comunale, è il perché, a fronte del progetto originario che ci risulta essere stato votato all’unanimità dal Consiglio comunale dell’epoca, ci vediamo presentare oggi un nuovo tracciato, completamente diverso dal precedente. Quali sono gli elementi intervenuti nel frattempo, che hanno portato a questo cambiamento? Rispetto al posizionamento di una nuova arteria viaria del primo progetto, previsto a ridosso di quelle esistenti, che pur aumentando il volume e la invasività delle infrastrutture, avrebbe almeno contenuto l’impatto all’interno della medesima fascia, vorremmo sapere perché si sia scelto di realizzare la strada, costruendo ex novo in altro sito, superando a priori qualunque riflessione su quanto di negativo possa determinare al contesto circostante. Prima di entrare nel merito oggettivo di questo stralcio di complanare, quello che più contestiamo è il disinteresse e la mancanza di qualsiasi attenzione al territorio ad alla sua naturale e potenziale vocazione.  Traslare di decine di metri l’asse del nuovo raccordo, allontanandolo da quello autostradale, non è indolore come se fossimo nel deserto africano o nella steppa siberiana.

Significa, anche, ridurre drasticamente l’esercizio della ottimale attività agricola su una vasta area ad elevata produttività e destinazione pregiata, peraltro anche sede di produzioni ricadenti nei presidi slow food, significa creare dei refusi di incolto, nei quali diventerà difficile e non remunerativo attuare qualunque attività agricola ma che comunque, non potendoli abbandonare, richiederanno in ogni caso la ricorrente manutenzione a cura dei rispettivi proprietari. Oltre al danno, anche la beffa!

Ed aggiungiamo danno a danno!

Per anni, sotto qualunque tipo e colore di Amministrazione, è stata consentita sul piano del fiume Paglia la pressoché totale possibilità di escavazione di inerti, tanto da determinare, una diversa struttura e stratificazione del terreno rispetto a quella originaria, con perdita di qualità organica e soprattutto di capacità drenante. Perseverando nel non voler ammettere che forse, una delle vie per la transizione ecologica tanto decantata sul PNNR, fino ad ora solo a parole  dal nostro premier, passa anche per una nuova concezione di sviluppo che includa a pieno titolo l’agricoltura e la salvaguardia del territorio, oltre a digitalizzazione ed alta velocità, si continuano a privilegiare infrastrutture, quali una  strada, a servizio di uno sviluppo industriale e di un commercio che non ci sono più, noncuranti del sito dove verrà ad essere collocata e minimizzando le ripercussioni derivanti. Tra le ripercussioni, la più importante, è senz’altro la perdita di suolo agricolo utile e pregiato. L’ingombro del nuovo rilevato stradale, comprensivo delle fasce di rispetto laterali, delle strade vicinali di raccordo, delle cunette e quanto altro, assomma a diversi ettari, non pochi metri quadri. Si tratta di perdere ancora una volta terreno, attività, produzioni tipiche.

Non riusciamo a capire quale credibile e sostenibile visione di futuro, induca ancora a sviluppare e costruire, senza una minima certezza di risultato e di impatto economico e sociale, spendibile e vivibile dalla gente. Altra prova lampante che si ragioni per segmenti ed a compartimenti stagni, è data dal conflitto di intenti che si viene a determinare con il progetto della Regione, tramite il Consorzio di Bonifica, relativo alla trasformazione e potenziamento dell’impianto di irrigazione interrato per l’area di circa duecento ettari, tutta potenzialmente utilizzabile per colture ad elevata redditività, che verrebbe ad essere tagliata a metà della arteria stradale.

Ci sembra, anche, “una cattedrale nel deserto”, la rotonda intermedia prevista in corrispondenza della intersezione con la strada comunale del Molinaccio. Costi ed ingombro non sono di certo giustificati dall’insignificante volume di traffico che interessa quella “stradina”, a tutti gli effetti di campagna. In secondo luogo, ci sembra molto forzato il sottopasso delle linee ferroviarie e della autostrada in corrispondenza del torrente Romealla, dove le quote di intradosso dei relativi ponti, obbligano a posizionare la nuova strada praticamente al livello di scorrimento del torrente, in regime di magra e non di piena.

Noi, ed insieme a noi gli agricoltori, gli imprenditori agricoli, alcune associazioni di categoria e ci auguriamo tutti coloro che individuano nell’ambiente, nell’agricoltura e nelle opere di regimazione e valorizzazione del territorio la vera nuova fonte di sviluppo e la matrice di una transizione virtuosa, chiediamo che venga rivista la scelta progettuale in atto, rivalutandola e magari condividendola all’interno di una partecipazione più lungimirante e molto più convinta.

                                                                                                                         PCI Federazione di Orvieto